DRUIDESSE PIEMONTESI.
Come forse si è capito a noi interessa sicuramente la storia dei celti in generale e di quello che ci è arrivato del druidismo inglese, del folklore irlandese ecc... ma sicuramente ci interessa di più rintracciare i resti di quelli che furono i nostri discendenti più diretti e di quei resti di paganesimo che con tanta accuratezza in molti hanno cercato di cancellare dal nostro passato. Ci sono infatti testimonianze più vicine a noi
sia per quanto riguarda il tempo che per questioni geografiche. Bisogna
tornare in Piemonte nel 1600 infatti, precisamente intorno al 1640-50
quando viveva a Mondovì con il governatore della città Carlo
Operti una donna popolarmente detta La Druida molto nota per i suoi filtri e
magie, prodotte, secondo la tradizione, in modo diabolico. Sarebbe stato più giusto parlare di masca ma in questa storia si vede chiaramente l'intento di demonizzare questa persona con storie incredibili in cui tutte le sostanze più disgustose venivano utilizzate per le cose più crudeli. Eravamo in piena inquisizione. La druida
aveva uno strano rapporto con un prete-masca, Giovanni Gandolfo che
viveva nel convento cistercense di Vicoforte. Sappiamo che il prete
studioso di
astronomia, occultismo e visionario venne condannato a morte per
squartamento sulla pubblica piazza per avere ordito congiura diabolica
per uccidere la Madama Reale, ma non si sa che fine abbia fatto la
Druida. La cosa più interessante è però che in Piemonte si parlasse di una fantomatica Druidessa negli stessi anni in cui qualcuno ritirava fuori i druidi dopo 1500 di oblio in Inghilterra e ben prima che il massone John Toland formasse le prima federazione di boschetti inglesi. Ed è importante dirlo, da quelle parti il revival druidico si basava sulle pochissime informazioni trovate su alcuni testi classici che erano appena stati riscoperti. E' curioso invece pensare che ai piedi delle alpi qualcuno avesse soprannominato Druida una donna che si occupava di erbe e di attività che potremmo definire "occulte". Qualcosa era sopravvissuto da queste parti?
In effetti da quelle parti ci sono importanti ritrovamenti archeologici che testimoniano un passato ligure (i Bagienni) e celtico e una romanizzazione quasi inesistente dell'area.
estando in Piemonte però incontriamo quella che forse è la "Druida" più
famosa. La Druida di Malciaussia: Si tratta di una statua che si trova
in una sperduta cappelletta alpina
nella frazione di Malciaussìa appunto che rappresenta una figura
femminile
coperta da una tunica sacerdotale risalente al periodo precristiano.
Oggi si trova monomessa da scritte di vario genere: sulla veste in
caratteri greci è scritto "Druas" termine celtico. Sono poi presenti
varie croci e la scritta cristianizzante: San Bernardo". Come
trasformare una figura pagana in un santo Cristiano nel medioevo. Da
notare che la "druida" nell'altorilievo uccide un esserino con bastone,
ma questo è un vero e proprio enigma. La cosa più interessante è che il
termine druido in questi casi è sempre femminile e che precedono di
molto tempo e sono geograficamente molto distanti dal revival druidico.
Sono quindi del tutto indipendenti e testimoniano come credenze e usanze
precristiane, celtiche e pre-celtiche fossero (e forse sono) ancora
molto presenti molti secoli dopo la cristianizzazione di questi
territori.
Sui sentieri della leggenda di Massimo Centini (l'arciere).
Streghe in Piemonte di Massimo Centini (Priuli & Verlucca Ed.).
Streghe e Magia di Roberto Gremmo (Ed. ELF).
questo articolo è un aggiornamento della seconda parte di questo testo:
http://leradicideglialberi.blogspot.it/2012/11/le-druidesse.html
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