primo capitolo del libro:
I PRINCIPI DEL DRUIDISMO
di Emma Restall Orr
1
CHE COS'E' IL DRUIDISMO?
Se davvero volete saperlo, smettete
di leggere per un po'. E in uno zaino ínƒilate un po'di cibo,
frutta secca, un paio di mele, quello di cui vi sembra di aver
bisogno, e qualcosa da bere. Vestitevi a seconda delle condizioni
atmosferiche, prendete un maglione o un impermeabile se necessario.
Poi fermatevi per un attimo. Guardatevi attorno. E camminando
lentamente per la casa prendete nota di tutto ciò che esprime chi
siete, cosa avete creato, cosa è in corso di svolgimento, cosa
sperare di essere, o di essere considerati. Osservate cosa ha valore
per voi e cosa no. Scegliete qualcosa che incarni, realmente o
simbolicamente, ciò che apprezzate di più, ciò che vi ha dato di
più, consentendovi di scoprire le capacità e le certezze che sapete
di avere. Dovete essere pronti ad
abbandonarlo, a regalarlo, eppure
deve essere per voi sufficientemente significativo da rendere
profondo, perfino difficile, Fatto di abbandonarlo. Mettetelo nello
zaino o in tasca e uscite di casa, in treno, in auto, in bicicletta o
a piedi portatevi al di fuori degli edifici, dell'asfalto e del
cemento, arrivando in un paesaggio che sia il più possibile vicino
al mondo naturale selvaggio, lontano da strade, rumore e
affollamento, lontano dai campi di coltivazioni irrorate e dal
metallo che arrugginisce. Dovunque vi troviate la storia è vostra.
Potrete essere in un 'aperta brughiera, con il ronzio delle api in
mezzo all'erica e il vento che turbina attorno agli abiti. Potrete
essere nel bosco, con ramoscelli che si spezzano sotto i piedi, nelle
narici l 'odore delle foglie marcescenti. Potrete essere in un parco,
sotto un salice sulla riva di un laghetto, cullati dal tubare dei
colombi, mentre la città che vi racchiude scompare delicatamente
nella tranquillità. Ciascuno di noi ha una percezione diversa di
cosa significhi selvaggio e naturale (ma sia abbastanza sicuro da
trovarvisi da soli). Dovunque sia, restate li, per un 'intera
giornata, per qualche giorno, a camminare, osservare, percepire,
sedere, ascoltare: voi stessi, il mondo che vi circonda. Ascoltare
qui non è una cosa da fare con un qualche sforzo. È un processo in
cui si acquisisce consapevolezza, senza dare
giudizi, senza essere tenuti a
reagire o a rispondere. E mentre ascoltiamo i nostri sensi corporei
cominciano a svegliarsi. Consciamente cominciamo a respirare
attraverso i pori, a odorare con la pelle, a osservare e percepire
con il nostro sottile corpo energetico. E così facendo gli effetti
della nostra presenza cominciano a esercitare un minore impatto sul
mondo che ci circonda. Passate un po' di tempo ad ascoltare in questo
modo, e quando vi fermate a mangiare condividete il vostro cibo,
apertamene e con gratitudine, restituendone più di un po' alla
terra, lasciandone una catasta in un luogo nascosto dove potrà
essere trovato dalle creaturine e dagli esseri fatati, spargendo
briciole sul terreno, versando una buona sorsata nel suolo o nella
sabbia. Quando avvertite che la vostra presenza ha cominciato
delicatamente a fondersi con l 'ambiente in cui vagate, lasciate che
la mente rifletta sulla vostra ricerca, sul vostro desiderio di
saperne di più riguardo all 'antica tradizione del druidismo. Qual è
la vostra motivazione? Che cosa sperate di acquisire? Che cosa vi
aspettate? Come potrà cambiare la vostra vita? Chi sperereste di
incontrare e quale aspetto avrebbe? Che cosa vi verrebbe chiesto? Se
ascoltate con mente aperta, resa tranquilla dalla mescolanza fra il
vostro senso del sé e il mondo naturale, le risposte che emergeranno
saranno il vostro primo assaggio di druidismo. intrecciata in tali
risposte ci sarà una chiarezza che vi insegnerà più di ogni parola
scritta. Attraverso tali risposte emergerà anche una comprensione
del primo passo che dovrete compiere nel viaggio all'interno di
questa tradizione. È giunto il momento di lasciare il vostro dono,
come offerta sia alla terra che vi nutre, sia a coloro che hanno
percorso il cammino prima di voi, agli antenati druidi che vi
guideranno lungo la via. Sta a voi decidere come consegnare il dono.
Potrà essere sistemato sull'incurvatura di un albero, gettato nell
'acqua o lasciato a un ente di beneficenza durante il ritorno a casa.
La natura del dono e la natura del vostro mondo, insieme con un po'
di buon senso e di sensibilità ambientale, renderanno chiare le
possibilità. L'aspetto importante è l'atteggiamento con cui viene
Offerto, e l'atto di lasciarlo andare. E se non vi sembra,
sinceramente, di avere raggiunto un punto in cui possiate offrire il
vostro dono, lasciandolo andare consciamente con gratitudine, allora
tornate un altro giorno, e un altro e un altro ancora. Ma non
proseguite nella lettura finché non lo avete fatto.
IL VECCHIO
Da qualche parte della nostra mente vi
è quel vecchio druida che tutti noi consideriamo l'originale, il
prototipo. È magro, sulla settantina, alto circa un metro e ottanta,
con lunghi capelli bianchi, spettinato, e con una barba bianca
piuttosto lunga che termina a punta. Indossa una semplice veste
biancastra con un lungo mantello scuro sulle spalle, le ampie pieghe
di un cappuccio, sandali ai piedi. In mano potrà avere un ramoscello
di vischio, un falcetto d'oro o un bastone di legno riccamente
ornato.
I dettagli possono variare a seconda
del nostro intuito riguardo alle caratteristiche che esprimono le
qualità da lui certamente possedute, ma che sia un po' più alto, un
po' più in carne, con occhi scuri o azzurri, possiede aspetti di
uomini anziani, sensibili e potenti, che abbiamo incontrato nella
nostra vita, insieme con immagini tratte da libri di fiabe e fumetti
che abbiamo letto, film che abbiamo visto. Che sia biondo o bruno, il
vecchio druida è una fonte di sapienza universale e profonda.
Muovendosi con una serenità distaccata dalle cose del mondo, mescola
gentilezza ed età con un'invulnerabilità assoluta. A molti appare
essere un'incarnazione del territorio della Gran Bretagna,
dell'Irlanda e della Bretagna, orgoglioso della sua dignità, le
colline ondulate, le brughiere selvagge e le notti tempestose,
caotico come le loro siepi di arbusti, e scontroso come non mai.
Sentiamo che il druida potrebbe parlare con gli uccelli, evocare il
tuono, affrontare senza timore qualunque uomo. Soprattutto, questo
vecchio druido che si aggira nella nostra mente, sfregandosi il mento
e
immerso nei pensieri, che racconta le
sue verità con un tocco di ironia, è quasi certamente e decisamente
un «lui››.
LA REALTÀ
Questa figura archetipica svolge un
ruolo persino tra coloro che sempre più numerosi praticano oggi il
druidismo. Per una minoranza l'immagine del vecchio potrà far parte
dell'incentivo a ricercare questa tradizione, stimolando la fantasia,
ma per molti druidi è ciò che sta al di sotto dell'aspetto del
vecchio (la sua forza spirituale, la certezza e la flessibilità, la
sua connessione con il mondo naturale, la sua sensibilità e
sapienza) a costituire una potente fonte di ispirazione. Alcuni
potranno confessare un incanto infantile per i druidi destato dalle
storie di Merlino, Gandalf o Panoramix, i quali si riuniscono tutti
nel vecchio e saggio mago del nostro retaggio culturale collettivo. E
quando qualcuno che non sa nulla del druidismo moderno viene a sapere
che vi sono davvero druidi che ancor oggi praticano tale fede, spesso
è proprio quell'immagine a balzare alla mente. Eppure quando
osserviamo i druidi moderi il quadro è ben diverso. Ci troviamo di
fronte a una varietà enorme che, a mano a mano che sempre più
persone scoprono questa tradizione, si fa via via più ampia e ricca
di varianti. Pure in crescita è il numero di Ordini e piccoli
gruppi, ciascuno dei quali trova ispirazione e dà espressione a un
aspetto diverso di questa tradizione, ciascuno con priorità diverse,
caratteristiche e accenti diversi in materia spirituale e rituale. Le
qualità fondamentali del vecchio sono ancora presenti, come un
profumo nell'aria, ma lui è raramente una presenza ovvia. Un druida
oggi può benissimo essere una donna anziché un uomo e può
provenire da qualunque ambito sociale, religioso o formativo, può
avere qualunque condizione economica, qualunque sessualità e razza o
nazionalità. In questa tradizione arrivano persone di ogni età, dai
figli dei dmidi ai membri più anziani della società. Urbano o
rurale, il druida può essere un avvocato ambientalista, un
insegnante elementare, uno studente di arte, un'infermiera, un
contabile, uno che vive in una capanna in un accampamento di
contestatori oppure uno che gestisce un”azienda di consulenze
informatiche in una città grande o piccola...
Nel druidismo non vi è traccia di
«evangelismo››, per cui i druidi, sebbene sperino di vivere le
proprie convinzioni con coerenza, per la maggior parte non rendono
nota la natura della loro spiritualità. Molti lavorano o vivono
accanto a colleghi i quali non hanno idea che loro pratichino il
druidismo. Così il druida può essere la manager con computer
portatile oppure la cameriera della tavola calda oppure quel
magazziniere dai baffi ridicoli, il direttore marketing che sembra
così alla mano, il fotografo al matrimonio, il consulente, la mamma
della fidanzata... Queste persone così diverse possono celebrare la
loro spiritualità in enormi riti pubblici o in piccole riunioni
private o in
allegra solitudine. Una cerimonia
druidica può essere selvaggia e spettacolare, una riunione di notte
nel profondo del bosco, con colore e canti e tamburi e falò, oppure
può essere intensa nella
profondità della sua calma, riflessiva
e precisa, in una stanza a lume di candela che risuona delle parole
di antiche poesie. I druidi moderni possono anche cambiarsi quando si
preparano per i riti, le feste e le preghiere: la valigetta o la
cassetta degli attrezzi lasciano il posto a un'arpa o un calice, la
mente è spalancata per la danza del rito, l'abito o i jeans di ogni
giorno vengono sostituiti da vesti ampie o altri indumenti speciali
di colore blu e verde, oppure rosso e oro, o multicolori, spesso
realizzate in tessuto naturale non tinto, alcune semplici, altre
meravigliosamente ornate.
Quale che sia la celebrazione, un
obiettivo fondamentale è vivere e respirare la filosofia. Così il
vecchio che costituisce l'archetipo del druida nella nostra cultura
viene capito dal ragazzo che sta seduto immerso nella quiete a
suonare l'arpa, indossando una veste di colore verde scuro, sotto i
vecchi faggi, così come dalla donna che medita davanti al suo altare
immacolato, scivolando nel suo concetto più chiaro di luce perfetta,
con una veste bianca orlata di viola e rosso, a riflettere sul
problema che le è stato chiesto di risolvere. Eppure ciò che questi
due hanno preso da tale archetipo, consciamente o no, per ispirare la
loro espressione di una spiritualità che entrambi chiamano
«druidismo››, può essere assai differente. E che dire della
sacerdotessa con piume fra i capelli che percorre a piedi le
brughiere fino all'antico cerchio di pietre, cantando alla sua dea,
ridendo con
elfi e folletti che le corrono accanto?
Questa donna ha un collegamento con l”archetipo ancora diverso,
così come il sacerdote dal copricapo di corna che al margine di un
campo di orzo ondeggiante invoca con voce tonante il suo dio del sole
glorioso. Dal saggio allo stregone, dall'eremita al consigliere di
corte, dal selvaggio dei boschi al guaritore di villaggio, dal
cantastorie al veggente, le immagini del «druida›› percepite da
chi ora entra in questa tradizione sono quasi altrettanto varie dei
druidi stessi.
Allora cosa mette assieme tutte queste
persone come allievi attivi e celebranti di un'unica tradizione? Che
cos'è il druidismo?
IL TERRITORIO IMMERSO NELLA NEBBIA
Le aree di interpretazione comune in
cui si riconoscono i druidi sono quelle fondamentali per il druidismo
moderno nel suo insieme. Sono queste che guidano il comportamento del
druida, la sua etica e le sue relazioni. Quando si tratta di pratica
rituale, il terreno comune è spesso meno ovvio, seppure
profondamente implicito. Per scoprire l'essenza del druidismo
dobbiamo andare molto al di là dell'archetipo del vecchio druida in
bianco con gli occhi sfavillanti, che ritorna al territorio da cui è
emerso. Soltanto recandoci in questo luogo possiamo sperare di capire
che cosa induca a praticare ancora questa fede, con la sua ricchezza
di individualità, creatività e celebrazione. Il druidismo è un
territorio che è sempre esistito, eppure da migliaia di anni è
immerso nella nebbia. Se ne sia mai stato privo è solo questione di
congetture, una memoria onirica dell'anima. È un territorio che
conosce la nebbia e se ne compiace. Non è un luogo comodo in cui
vivere per un”anima incarnata, sebbene sia possibile recarvisi. La
nebbia non è impenetrabile, ma il viaggio può essere difficile: la
visibilità è spesso minima (seppure a volte improvvisamente e
sorprendentemente chiara)
e vi sono pericoli. Se dovessimo
viaggiare verso questo territorio partendo dal nostro, magari volando
sul dorso di un falco smeriglio, faremmo meglio a non tentare un
atterraggio nella nebbia. Tuttavia nel1'arco degli ultimi millenni
varie regioni di questo territorio, quasi sempre alture, colline e
montagne, sono emerse dalla nebbia. Viste dal dorso del falco hanno
l`aspetto di isole su un mare grigio lattiginoso. La vegetazione può
essere simile, e così gran parte della fauna, e se noi siamo
abbastanza sensibili da avvertirne l'energia, l'atmosfera, possiamo
ritenere che vi sia qualche
antica connessione.
Quando una zona emerge effettivamente
dalla nebbia, la notizia si diffonde tra coloro che sono interessati
a tale territorio, che viene allora visitato da molte persone ansiose
di percorrerne le antiche foreste e i prati, attraversarne le
brughiere e le montagne, scoprendo antichi sentieri o creandone di
nuovi. Alcune parti che emergono non rimangono visibili ai lungo, ma
scompaiono di nuovo nella nebbia, per essere visitate soltanto da
mistici e pazzi.
Alcune zone rimangono visibili per
centinaia di anni, per cui coloro che le visitano modificano il
paesaggio con la loro presenza, domando l'ignoto selvaggio,
rendendolo più accessibile a chi seguirà. Altre regioni vengono
rivendicate da coloro che le hanno visitate, e si costruiscono alte
mura che rendono il territorio una proprietà esclusiva. Alcune zone
sono inabitabili, troppo elevate o instabili, ma la loro vista
riempie di soggezione l'osservatore.
Da qualunque via ci si awicini a questo
territorio, dovunque si tocchi terra, non è possibile vedere
l'intero paese. Eppure dai viaggi in differenti regioni dove vi sia
stata aria tersa e dalle discese nella nebbia possiamo pervenire a
una comprensione della natura del territorio.
Sul dorso del falco, se verrete con me,
coglieremo un barlume di ciò che sta immerso nella nebbia. E se
ascolterete bene, mentre faremo il nostro viaggio, io vi parlerò di
ciò che so esserci sotto quel mare grigio e magico. IL PROBLEMA DI
TROVARE UNA DEFINIZIONE In una tradizione spirituale in cui vi sono
tanti modi di vedere differenti è quasi impossibile trovare una
definizione onnicomprensiva. Si sono riuniti dei gruppi per studiare
tale questione, sia seriamente sia con umorismo alimentato dalla
birra, sia per studiare le antiche leggi irlandesi di Brehon, sia per
contemplarsi l'ombelico. Ma, semplicemente, non vi è alcuna sacra
scrittura a cui possano fare riferimento tutti i druidi. Non vi è un
unico dio, e nemmeno un unico pantheon, che tutti i druidi
riveriscano come forza di guida divina. Non vi sono profeti che
abbiano dettato grandi verità insieme con obblighi rituali, ma
soltanto mescolanze di eroi storici e mitici. Sotto molti aspetti il
druidismo è perfino più complesso del paganesimo o di un'altra
vasta spiritualità come l'induismo. È
una fede realmente politeistica, entro
la quale si possono trovare spazio e onore per qualunque divinità o
concetto di divinità, insieme con i loro sacerdoti, devoti e
filosofi. Ve ne sono molti
in questa tradizione a chiamarsi
cristiani, mentre alcuni asseriscono che il druidismo non è affatto
una religione, e nemmeno necessariamente una spiritualità, ma
semplicemente una filosofia di vita. La maggioranza dei druidi,
però, è in un modo o nell'altro pagana. Nel pronunciare questa
affermazione, tuttavia, è necessario esplicare il paganesimo come
viene generalmente
inteso all'interno di questa
tradizione.
Il concetto secondo cui è pagano
chiunque non aderisca a una delle tre religioni monoteiste
mediorientali, cristianesimo, ebraismo e islamismo, è ormai caduto
in disuso, anche se si ritrova
ancora in molti dizionari. L'idea che
un pagano sia un abitante delle campagne (anziché delle città) ci
si avvicina di più, ma è ancora un po' ristretta e fuorviante. La
definizione più precisa è
che un pagano, è chi riverisce gli
spiriti e le divinità del suo ambiente locale: della terra sotto i
suoi piedi, della sua fonte o sorgente di acqua dei boschi e dei
fiumi, dei campi e degli edifici, del sole e della luna e della
pioggia, e altro ancora; di tutto ciò çhe costituisce il mondo
esistente attorno a lui. La maggioranza dei druidi, quali che siano i
loro dèi, riconosceranno che questo è un aspetto fondamentale della
loro pratica. Se alcuni adoreranno lo spirito di una sorgente, per
esempio, come divinità, come uno fra tanti dèi, e altri
intenderanno lo spirito come aspetto di un dio o di una forza
creativa superiore, ogni dmida praticante si premurerà di presentare
offerte e recitare preghiere di ringraziamento ogni volta che visita
quel luogo sacro.
UNA SPIRITULITA' DEGLI ANTENATI E
DELLA TERRA
È anche possibile definire il
druidismo una spiritualità degli antenati e della terra. Anche se
accettiamo idee secondo cui il druidismo fu portato in Gran Bretagna
dagli antichi egizi che avevano ricevuto le loro conoscenze da
profughi di Atlantide, cosa che a molti sembrerà piuttosto un'ardita
fantasticheria, l'essenza della fede è ancora il fatto di onorare la
terra fertile e i padri/madri apportatori di vita e saggezza. Le più
accreditate origini di questa fede ci riportano alle culture
primitive dell'Europa neolitica e all`impulso motivante che sta
dietro qualunque religione: la necessità di capire il mondo che ci
circonda nella nostra ricerca di sopravvivenza, insieme con qualche
modo per assicurarci il futuro mediante la fertilità della terra e
della tribù. In ciò il druidismo si collega alle altre tradizioni
degli antenati e della terra di tutto il mondo, come quelle degli
indiani nordamericani, dei maori e degli huna, degli aborigeni, degli
zingari, e le spiritualità indigene dell'Africa e dell'Asia. La
scienza ci avrà fornito risposte a molti degli interrogativi e delle
crisi dei nostri antenati, ma rendere omaggio ai misteri e alle
manifestazioni della vita è ancora un atto profondamente sacro e
gratificante e rimane nel profondo del cuore del druidismo moderno.
SCARPE BUONE E UNA BUSSOLA
Intendere il druidismo in questo modo
chiarisce come il venerare gli antenati e il venerare la terra
costituiscano i due punti fondamentali di questa tradizione. Gli
antenati cominciano con i nostri genitori e proseguono all'indietro
quanto più lontano possiamo immaginare. Molti di noi sanno poco o
niente dei propri antenati, la nostra genealogia si fa nebulosa al di
là dei nostri nonni e scompare nel fango con il volgere del secolo
scorso, ma per il druida questa non è una limitazione. Gli antenati
esistono come popolo in spirito e includono non soltanto la nostra
genealogia ma anche quella di coloro che sono vissuti e morti sulla
terra sotto di noi, indipendentemente dal tempo lungo o breve in cui
anche noi (o la nostra genealogia) siamo vissuti qui. Vengono onorati
anche i nostri antenati spirituali, vale a dire tutti coloro che
hanno praticato questa tradizione spirituale, i nostri maestri e le
nostre guide, sia vivi che morti. Inoltre vi sono dmidi il cui sangue
non è di queste terre, i cui antenati adoravano dèi diversi in
terre diverse e in climi diversi, e si intende che ciò debba
influenzare la pratica di tali druidi. Si venerano anche gli dei dei
nostri antenati, perché anch'essi fanno parte di ciò che ci ha resi
quelli che siamo. Poiché nel druidismo vi è una generale
accettazione della trasmigrazione delle anime, senza limitazione a
una sola genealogia o se è per questo a una sola specie, l'atto di
presentare offerte agli antenati viene compiuto con una convinzione
consapevole che così facendo il druida offre un dono e rende omaggio
agli spiriti dei suoi discendenti, attraverso il suo sangue, la terra
e la tradizione.
La pratica della fede è anche
influenzata dall'ambiente circostante, in quanto i druidi rispondono
alla terra che li circonda, ascoltandone i bisogni e i canti e i
racconti degli spiriti in essa racchiusi. Pertanto un druida nato e
cresciuto nelle brughiere del Lancashire avrà una pratica diversa da
uno nato al caldo della Florida e ora residente nel Kent o, se è per
questo, da un druida del Galles settentrionale che ora viva in
Giappone.
Il modo in cui i druidi considerano
sacra la terra varia a seconda del loro concetto di divinità. Per la
maggior parte i druidi sono animisti, intendendo che tutti gli
Aspetti, della natura vibrano di spirito, eppure se molti druidi
ammettono alcuni spiriti sono divini o si incarnano in una divinità,
come gli spiriti dei fiumi, della luna, di una foresta e così via,
altri li intendono semplicemente come espressione creativa o aspetto
di un dio o una dea superiori. Tutti i druidi venerano la terra,
anche se per molti l'operare si limita alla loro pratica spirituale e
alla loro località, mentre altri sono coinvolti in un ambientalismo
planetario. Due effetti, che in sé sono una parte importante della
definizione di druidismo, emergono dalla pratica di venerare gli
antenati e la terra. Il druida accetterà senza riserve l'esperienza
individuale di un'altra persona, il suo modo di vedere, i suoi dei e
la sua pratica spirituale (purché tutto ciò non disonori la terra o
gli antenati): tolleranza perfetta. E il druida entra in relazione
con ogni creatura, di pietra, legno o foglie, con pinne o piume, con
le ali o a quattro zampe, che striscia o cammina, con pelo, pelliccia
o pelle liscia, altrettanto quanto con gli esseri umani,
principalmente in quanto spirito e pertanto con uguale diritto alla
vita, al rispetto e alla dignità: uguaglianza perfetta. Intendendo
questi elementi, la terra e gli antenati, come due
fondamenti poderosi del druidismo
moderno, forse possiamo fermarci un attimo. Pensiamoci sopra. Quanto
onoriamo i nostri genitori? Che cosa sappiamo dei nostri antenati e
degli antenati della terra sotto i nostri piedi? In che modo li
veneriamo o potremmo venerarli, riconoscendone lo spirito,
l'esperienza, i doni? E che dire dei maestri che ci hanno fatto da
guida, con lezioni difficili, oltre a quelle in cui riuscivamo
meglio? E che dire del nostro atteggiamento verso la terra? Pensiamo
a cosa abbiamo ricevuto dalla terra e in quale modo abbiamo formulato
ringraziamenti per questo, in che modo abbiamo contraccambiato
consapevolmente, donando a nostra volta. Allora infiliamoci questi
principi fondamentali, come se fossero robusti scarponi, e leghiamo
bene i lacci. Nel viaggio all'interno di questa tradizione ci
forniranno una base sicura. E guardando la strada davanti a noi,
prendiamo come bussola i fondamenti della tolleranza e
dell'uguaglianza. Ci riproietteranno sulla
retta via, se il dubbio dovesse
annebbiarci il cammino.
IL VIAGGIO
Il mio primo suggerimento era di
smettere di leggere, uscire e percorrere a piedi il territorio,
lasciandosi alle spalle il mondo civilizzato per scoprire il mondo
della natura dove le vibrazioni dell'umanità non sono onnipresenti,
spazi selvaggi dove, non più distratti dalla minaccia del giudizio
degli altri o dalle nostre inibizioni e dalle cose che riteniamo di
dover fare, possiamo
sentire meglio noi stessi, sotto le
maschere e i ruoli che recitiamo, spazi in cui noi siamo abbastanza
forti da riflettere su come i possiamo cambiare e fluire.
Nel vostro spazio aperto avete
presentato un'offerta di voi stessi, sia alla terra come
ringraziamento, sia a quei druidi che sono gli antenati e i guardiani
della tradizione, esprimendo il vostro desiderio e impegno a
scoprirne di più. Tali offerte mescolano la nostra celebrazione di
chi siamo e di ciò che abbiamo ricevuto con la nostra disponibilità
a sacrificare qualcosa di noi, una parte della nostra forza e
abbondanza. e ci aiutano a vedere più chiaramente sia ciò che
abbiamo, sia come abbiamo intenzione di cambiare.
È nelle braccia della natura, nei
colori del tramonto, nella danza delle libellule, nei pensieri che
scorrono attraverso di noi quando osserviamo l'orizzonte attraverso
l'erba, sentendo la terra sotto il nostro corpo, ascoltando ben
desti, che rifulge lo spirito del druidismo. La terra stessa, con le
marce e i cicli della natura, è la sacra scrittura di questa
tradizione e la fonte del nostro modo di intenderla. Queste parole
non sono che una mappa grossolana e una guida sul campo, con
suggerimenti e idee su ciò che si potrebbe vedere lungo il cammino.
Non vi è necessità di sforzarsi di credere ad alcunché, né di
amare e seguire ciecamente. Il druidismo è un viaggio spirituale
dell'anima individuale, un viaggio che onora ogni visione ed
espressione inconfondibile. Ispira idee che vengono intese
semplicemente come idee, finché l'esperienza non le trasforma in
conoscenze.
CHI POSSIAMO INCONTRARE LUNGO IL
CAMMINO?
Ogni cammino nel druidismo condurrà in
qualche fase il viaggiatore all'incontro con altri druidi e
indagatori. Percorrere il cammino da soli è spesso una fase
necessaria del viaggio, ma unirsi ad altri può essere tanto
gratificante quanto istruttivo. Se coloro che il viaggiatore può
incontrare possono provenire da ogni parte della gamma
dell'espressione druidica, possono anche operare a livelli
diversissimi entro tale tradizione. La spiritualità mistica che è
il nocciolo del druidismo è un luogo di profonda dedizione personale
che ispira il druida a incentrare l'intera sua vita su questa fede.
Attorno a tale nocciolo vi è la più vasta comunità del druidismo,
dove l'intensità e la disciplina
non sono tanto esigenti. Questo corpo
esterno è emerso negli ultimi dieci anni con l'enorme crescita di
interesse per il druidismo e la maggiore accessibilità offerta da
cerimonie pubbliche e aperte a tutti. Ciò ha consentito di
coinvolgere molti che non sarebbero stati pronti o interessati al
viaggio mistico, preferendo lasciarlo a una casta sacerdotale, ma che
vogliono imparare qualcosa di più, riunirsi assieme per celebrare le
feste e i riti e sforzarsi di vivere secondo i principi druidici.
Alcuni dei druidi che potremo incontrare lungo il cammino, però, non
fanno parte del nuovo e crescente corpo del druidismo moderno. Sono
guide e maestri che raggiungiamo attraverso i sottili sensi della
nostra mente. Esistono nei mondi interiori, al di là della nebbia.
L'offerta che avete fatto all°inizio del viaggio, se compiuta con
sincerità, avrà ispirato un tale maestro a interessarsi di voi e
del vostro cammino di scoperta, a qualunque livello di curiosità e
impegno scegliate di viaggiare. Se siete disposti a essere aperti, di
cuore e di mente, ad ascoltare e a udire, a vedere un mondo diverso
attraverso un punto di vista druidico, questa guida rimarrà con voi.
Potrete avere consapevolezza, già adesso oppure in un tempo a
venire.
Chiunque incontriate, vale la pena
ricordare che ogni individuo, in corpo o in spirito, non rappresenta
alcuna altra parte della tradizione o della comunità al di fuori di
se stesso.
DOVE CONDUCE IL CAMMINO?
Il druidismo è un viaggio sacro alla
scoperta della bellezza e della santità di tutta la vita, sia fisica
sia spirituale. Eppure non basta al dmida sapere che tutto il creato
è sacro: il cammino conduce oltre tale punto fino a un luogo in cui
si può raggiungere quella realtà divina. Il viaggio del druida è
sentire il tocco degli dei, in qualunque modo li percepisca,
raggiungendo (in quanto corpo e spirito) lo spirito che dà vita al
mondo. Uno dei fondamenti di questa tradizione è l'awen, È un
antico termine gallese che può essere tradotto «spirito che
fluisce» e sta a indicare il fluire dell'ispirazione divina che
procede da quel punto di contatto delizioso, travasandosi dalla
divinità al druida. Con l'ispirazione arriva l'energia, la potenza
necessaria al druida per consentire a tale ispirazione sacra di
riversarsi attraverso di lui nella creatività. Il compito infinito
del druida è perfezionare questo processo. La natura della
creatività ispirata da questa felice connessione con il divino può
assumere varie forme, a seconda delle capacità dell'individuo, delle
sue necessità o di quelle della persona
o delle persone per cui sta operando.
La poesia e la musica, la narrazione di storie e miti magici sono le
opere più comunemente associate all'espressione creativa che emerge
dal druidismo. Il fornire ispirazione agli altri si esplica in arte,
guarigione,insegnamento, divinazione, giardinaggio, politica e in
effetti in ogni aspetto della vita moderna in cui vi sia la
potenzialità di liberare la vera e piena creatività dell'anima.
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