I PRINCIPI DEL DRUIDISMO
di Emma Restall Orr
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Cominciamo il nostro viaggio
fermandoci, mentre imbocchiamo il sentiero, e osservando il paesaggio
da cui emerge tale sentiero.
IL SENTIERO TORTUOSO
Non è possibile vedere il sentiero
come unico percorso ininterrotto fino al lontano orizzonte. Potremmo
credere, o avere la sensazione, che il sentiero della tradizione non
sia spezzato, ma il suo andamento non è costantemente chiaro. Vi
sono gruppi di druidi che custodiscono testimonianze che fanno
risalire la tradizione all'inizio dei tempi, ma in genere si intende
che queste non siano tanto fatti storici quanto racconti che guidano
l'allievo più in profondità nell”esperienza mistica della sua
fede. Così il sentiero che vediamo si incurva sottraendosi alla
vista e ricomparendo altrove prima di scomparire di nuovo. In alcuni
punti sembrano esserci due o tre sentieri distinti, poi nessuno.
Per coloro che entrano in un'antica
tradizione con grande entusiasmo legato alla convinzione che vi sia
una linea forte e continua dal druidismo antico all'epoca attuale,
trovarsi di fronte a un sentiero spezzato può avere un effetto di
disincanto. Eppure il druidismo esiste come tradizione crescente.
Come può essere?
Osservando il sentiero, considerate
quanto sia per voi importante la questione della continuità. Vi
sembra necessario per la vostra dedizione al viaggio sapere che la
tradizione ha una storia documentata? Perché?
LE FONTI
Per alcuni druidi moderni, la ricerca
di fonti della tradizione è una parte importante della propria
avventura spirituale. Tuttavia, a mano a mano che emergono nuove
informazioni (sia dal mondo accademico che dalla terra stessa), i
fatti divengono meno chiari. I veli romantici che sono stati stesi
sulle incertezze negli ultimi 200-300 anni stanno venendo via,
rivelando con grande evidenza delle lacune. Dalla preistoria non vi
sono praticamente testimonianze che possano consentirci di
ricostruire le pratiche spirituali delle isole britanniche. Malgrado
l'abbondanza di siti del neolitico e
dell'età del bronzo sparsi sul
territorio, non vi è nulla di tale periodo che offra vera chiarezza
in termini di divinità adorate o cerimonie celebrate. Con la
diffusione della cultura dell°età del ferro in tutta Europa
troviamo qualcosa di più, anche se, in confronto all'Europa
continentale, nelle isole britanniche non vi è ancora quasi nulla su
cui basarsi. Soltanto con l'arrivo dei romani alla meta del I secolo
a.C. emerge un quadro più chiaro riguardo alle religioni di questi
territori. Tuttavia, poiché il druidismo è stato a lungo collegato
alla cultura celtica, le fonti classiche tendono a essere trascurate
in favore della letteratura medievale irlandese e gallese. Per alcuni
druidi l'opera degli studiosi settecenteschi e ottocenteschi, a sua
volta fatta risalire a molte radici differenti, è sufficiente come
fonte della pratica moderna. Allo stesso modo, per molti oggi
l'interpretazione del druidismo trova la sua fonte nell'opera di
scrittori e ricercatori moderni che hanno creato una tradizione nel
loro stile panicolare. Però il druidismo non si basa necessariamente
su alcuna di queste fonti. In quanto spiritualità profondamente
radicata nel territorio, si è evoluto attraverso le esigenze del
territorio stesso e della popolazione che ci abita, modificandosi,
adattandosi, equilibrandosi proprio come fa il nostro ambiente. Il
druidismo del 420 a.C., quando la cultura della lavorazione del ferro
si stava diffondendo in Britannia, senza dubbio era molto diverso da
quello del 580 d.C., quando il bardo Taliesin scriveva le prime
poesie, e le battaglie tribali fra i sassoni e i britanni erano
feroci. Trascorsi altri 1200 anni, il territorio, la cultura sono di
nuovo molto diversi, con la nascita di un'identità celtica romantica
e con la rivoluzione industriale «a tutto vapore». Osservando il
paesaggio e vari tratti di sentiero alla ricerca della natura di
questa tradizione, ciò che sembra rivestire particolare importanza
non è la continuità bensì i colori, i dettagli e le immagini che
ci saltano all`occhio.
LE TRACCE PIU' ANTICHE
Le immagini più antiche risalgono a
un'epoca in cui il clima della Britannia si faceva gradatamente più
caldo e aveva inizio il periodo che chiamiamo neolitico. Qui si
riscontrano le prime testimonianze di una pratica spirituale. Le
tombe a corridoio del neolitico, sepolcri con camere mortuarie e
corridoi risalenti anche al 4400 a.C., sono oggi considerate i più
antichi monumenti di costruzione umana sulla terra. Sebbene ne
esistano ancora a migliaia in tutta l'Europa occidentale, ciascuno di
essi è sufficientemente diverso da scoraggiare ogni tentativo di
individuare delle costanti. Ciascuno venne usato nell'arco di molte
centinaia di anni, con la collocazione delle ossa ripulite dei morti
nella tomba, ma quanto ai riti che accompagnavano questo compito
abbiamo scarsi indizi. I corpi, uomini, donne e bambini di tutte le
età, venivano scarnificati in mezza dozzina di modi diversi,
perfino quelli posti nello stesso tumulo, con metodi che andavano
dall'uso del fuoco a quello degli uccelli necrofagi. La zona davanti
all°ingresso del tumulo era un luogo di rito, ma cosa venisse fatto
e da chi possiamo ricercarlo solamente all'interno della nostra
memoria dell'anima. Chiunque fossero i sacerdoti, gli elementi con
cui avevano a che fare apparivano dawero potenti. L'energia di queste
tombe è ricca, oscura, terrena, nata da un”epoca con poche
certezze
quando il mondo era vasto e la natura
selvaggia e famelica. Possiamo immaginare di più: che il linguaggio
fosse grossolano, le malattie fatali e profondamente temute, l'aria
densa di odori e ravvivata da colori, il nostro organismo affidato in
maniera cruciale all'istinto per la sopravvivenza. Ogni grado di
comprensione dei misteri delle stelle, delle stagioni e delle maree,
delle costanti di crescita, dei movimenti delle mandrie selvatiche,
della nascita e della morte sarebbe stato profondamente venerato.
Coloro che possedevano la conoscenza, per quanto lacunosa o
superstiziosa, erano riveriti e temuti.
Trovate il tempo di visitare un
,antica tomba a corridoio. Se non ve ne sono di accessibili, recatevi
lì con la fantasia. In un modo o nell 'altro assicuratevi di portare
con voi un 'offerta per gli spiriti, gli antenati, i loro dei e i
guardiani del luogo. Ricordate che le offerte devono essere
rapidamente biodegradabili o commestibili per la fauna locale; I
'ideale è che non ne rimanga alcuna traccia dopo appena qualche
giorno. Prima di avvicinarvi alla tomba, sedetevi in tranquillità e
rilassatevi, calmandovi al punto di essere in grado di ascoltare.
Quindi, tranquillamente e con rispetto, andate fino alla tomba.
Camminare attorno al sepolcro, per tutta la sua lunghezza,
mantenendovi rilassati, ascoltando. Trascorrete un po' di tempo nella
zona davanti all 'ingresso e lasciate vagare la mente,
immaginando cosa potrebbe essere
successo lì. Quale sarebbe stato il ruolo del sacerdote? Se la tomba
è aperta, quando siete pronti e lo desiderate, entrate nel
corridoio. Che cosa provate?
Lasciate la vostra offerta, in pace
e con gratitudine. Nell'allontanarvi da quel luogo, fatelo
consciamente, staccandovi con rispetto dalla sua energia.
Il clima continuò a farsi più caldo.
Nell'arco dei successivi 1500 anni i nostri antenati cominciarono a
sviluppare una comprensione dell'agricoltura, abbattendo gli alberi
per creare i campi, lavorandoli con diverse coltivazioni. Con la
stabilità dell'agricoltura la popolazione cominciò ad aumentare e a
diffondersi. Attorno al 3200 a.C. il clima era ormai quasi
mediterraneo. Ma proprio in quel periodo qualcosa cambiò e seguirono
circa duecento anni di tremendi
sovvertimenti che, a quanto pare, furono causati da violenti conflitti
tribali. I terrapieni circolari con fossato che un tempo erano
considerati fortificazioni collinari della tarda età del ferro
vengono ora fatti risalire a questo periodo di instabilità. Le
antiche tombe a corridoio in quasi tutta l°isola furono
accuratamente chiuse, utilizzando pietre massicce e inamovibili,
forse per sigillare all'interno la potenza degli antichi spiriti
ancestrali, forse per assicurare che non venissero disturbati, forse
per paura. In Irlanda e nei territori nordoccidentali della Gran
Bretagna si costruirono nuovi sepolcri sopra alcune antiche tombe a
corridoio, creando strutture sviluppate come Newgrange, il che
sottintende che qui vi fosse un atteggiamento diverso nei confronti
della religione più antica.
Attorno al 3000 a.C. ritornò la
stabilità, ma le cose erano cambiate. Dopo un millennio e mezzo di
tombe ovali o rettangolari, l'idea si era modificata, portandoci
nell'era del cerchio. Le strutture a terrapieno e fossato divennero'
comuni, e molte si svilupparono in cerchi di pali di legno e
successivamente di pietre. Alcuni di questi sono i sopravvissuti o
sono stati ricreati, come l'enorme anello di Avebury nello Wiltshire
o il più piccolo e oscuro cerchio dei Rollrights nell'Oxfordshire.
In tutto questo periodo inoltre si costruirono tombe circolari,
ciascuna per una sola persona, senza dubbio una figura di rilievo
nella struttura sociale; le ossa venivano sepolte e la tomba veniva
chiusa
per non essere più riutilizzata.
I sacerdoti di questi popoli avevano un
compito molto diverso da quelli del precedente periodo neolitico.
L'energia o l'atmosfera di questi siti è più lieve, più aperta; il
clima era caldo e fecondo. Era un periodo di crescita e cambiamento,
con nuove pressioni che nascevano in una popolazione in aumento.
Alcune di queste possono essere state
espresse nella costruzione di Stonehenge, probabilmente la
realizzazione più sbalorditiva del periodo. Mentre i cerchi aperti
sembrano essere stati costmiti per racchiudere molte centinaia di
persone, dando a tutti coloro che si riunivano lì, forse provenienti
da molto lontano, la possibilità di vedere la cerimonia, a
Stonehenge le cose sono molto diverse. Qui i rituali sarebbero stati
difficili se non impossibili da osservare in dettaglio al di fuori
dei limiti del piccolo cerchio interno. Le parti finali furono
completate attorno al 2000 a.C., evidentemente da un'élìte
dominante che cancellò efficacemente la pratica religiosa di tutti
gli altri siti principali in un tratto significativo di territorio.
Portatevi in un cerchio antico, di
persona sè a distanza accessibile, oppure con la fantasia. In un
modo o nell'altro, ricordate di portare offerte appropriate. Può
trattarsi di un cerchio di pietre oppure di un terrapieno con fossato
o forse di un luogo in cui si trovava un cerchio di legno o di pietre
ma dove ora rimane nel paesaggio soltanto una debole traccia.
Una volta lì, rilassatevi,
lasciandovi andare mentre sedete presso un albero, vi sdraiate
nell'erba o vagate qua e là, avvertendo il tocco della terra sotto i
piedi. Lasciate che le impressioni del luogo vi penetrino nei sensi.
Quale ritenete fosse la causa del
periodo di turbolenze? Quale sarebbe stato il ruolo del sacerdote nei
1500 anni dell'era dei cerchi? Quali erano le necessità della
popolazione? E le necessità della terra?
Consegnate le vostre offerte, in
pace e con gratitudine, prima di andarvene, staccandovi con rispetto
dal luogo.
L'arrivo del bronzo
sembra non aver avuto alcun impatto importante sulle pratiche
spirituali delle isole britanniche, né lo ebbe l'arrivo del ferro.
Fu prima che la cultura della lavorazione del ferro raggiungesse la
Gran Bretagna che ebbe luogo un altro cambiamento e i cerchi vennero
abbandonati attorno al 1200 a.C. La causa sembra essere stata il
clima.
La temperatura
aveva improvvisamente cominciato a scendere, raggiungendo il punto
più basso attorno al 1000 a.C. Il cielo limpido e le notti stellate
che tanto meravigliosamente si accordavano con i templi di pietre
costruiti sulle brughiere e sui prati erano ormai cose del passato.
Pioveva. La temperatura crollò ai livelli di quella che è oggi la
Svezia meridionale, e senza alcuna chiara prevedibilità del tempo,
gli allineamenti solari, lunari o stellari nei templi e nelle tombe
divennero praticamente privi di importanza.
La causa di questo
mutamento climatico è discussa. L'attività vulcanica in Islanda può
avere aggravato il problema, ma forse più interessante per noi oggi
è la questione di quanto i primi
agricoltori
avessero disboscato le foreste che precedentemente coprivano il
territorio. Certamente sappiamo che enormi tratti di terreno
disboscato furono riconquistati dalla natura, diventando
palude, che per
l'agricoltore dell'età del ferro era non soltanto inutile ma anche
pericolosa.
L'attenzione
spirituale si spostò dal punto del cerchio in cui il cielo terso
toccava la terra alla nuova forza naturale che contrassegnava la vita
della popolazione: l'acqua. Le testimonianze archeologiche ora ci
rivelano la ricchezza delle lavorazioni metalliche, dei gioielli .e
delle armi che venivano offerti ai fiumi, ai laghi e ai pozzi in
questo periodo, quando si invocavano gli spiriti dell'acqua.
CHI ERANO I
SACERDOTI DI QUESTI POPOLI?
Dopo l'epoca oscura delle tombe,
seguita dal caldo dell'epoca dei cerchi, arriviamo all'epoca
dell'acqua.
Questa volta fate una passeggiata
fino alla fonte di acqua più grande o più vicina a casa vostra, e
lì cercate di capirne l 'energia, la potenza e la presenza. Abbiate
consapevolezza di tutto ciò che vi dà. Gettate nell'acqua le vostre
offerte con gratitudine e rispetto.
CHI ERANO I CELTI?
Viene spesso
affermato che i druidi erano i sacerdoti delle popolazioni celtiche.
Se le cose stanno così, dove sono i celti nei mutevoli colori e
climi delle isole britanniche?
Il termine Keltoi
fu usato per la prima volta dagli storici greci del V secolo a.C. per
indicare alcune delle popolazioni che vivevano a nord delle Alpi. Fu
questa indicazione che gli archeologi del secolo scorso rammentarono
quando scoprirono testimonianze di una cultura tribale dell`Austria
dell'età del ferro. I reperti, provenienti da quasi mille tombe,
furono datati attorno all'800 a.C. ed erano i più antichi manufatti,
strumenti e armi in ferro a emergere dalla cultura dell°età del
bronzo esistente in tutta Europa. Questa cultura che lavorava il
ferro sembrava essere anche la prima a utilizzare massicciamente i
cavalli in guerra. Oggetti di bronzo e figure su vasellame
dell'epoca ci danno un'idea dello stile di vita, con rappresentazioni
di quelli che potrebbero essere considerati musicisti, bardi,
danzatori, figure sacerdotali e divinità.
La cultura si
diffuse, senza dubbio in parte per via degli spostamenti naturali dei
popoli che risultavano rafforzati dalle loro capacità sia in
battaglia che nell'agricoltura, ma anche attraverso i commerci e la
propagazione di tali capacità. Le prime tracce si ritrovano nella
Britannia meridionale a partire dall'inizio del VI secolo a.C. e
successivamente sembrano spostarsi lentamente
verso sud-ovest
fino alla penisola iberica, verso est fino alla Turchia e verso nord
in Scozia e Irlanda. Quando Giulio Cesare parlava dei Celtae, 400
anni dopo i greci, descriveva un popolo della Francia
centro-meridionale. È difficile allora distinguere chi fossero i
celti. La cultura celtica è semplicemente quella della popolazione
europea dell'età del ferro. Quando tale cultura cominciò a
penetrare in Britannia, il fulcro della pratica spirituale era
costituito dagli spiriti dell'acqua che
tenevano le redini
del clima e inondavano la terra.
LE FONTI
CLASSICHE
Per molti druidi
moderni sono gli antichi sepolcri e cerchi, insieme con le foreste e
i fiumi, le montagne e i prati della natura, a costituire il fulcro
della spiritualità, offrendo loro una porta verso i misteri.
Qualunque manufatto umano dopo l'epoca dell'invasione romana
raramente viene considerato sacro di per sé, poiché ora compaiono
le popolazioni stesse e si crea un ponte attraverso un collegamento
umano. Forse ciò è dovuto al cambiamento negli indizi: d'ora in
avanti sono le persone a fornirli.
Gli scritti dei
generali e degli storici romani ci forniscono le prime testimonianze
(seppure politicamente di parte) delle antiche religioni. Il quadro
che dipingono è quello dei druidi costituenti un'elite istruita
nella società incontrata dai romani, influente in affari politici e
giuridici. in filosofia, storia e istruzione, guarigione e magia,
oltre ad avere la funzione di presiedere o eseguire cerimoniali
religiosi.
Alcuni scrittori,
come Tacito e Strabone, i quali scrivevano in un'epoca in cui la
Gallia era sotto il dominio romano e la Britannia quasi sconfitta,
sottolineavano la natura barbarica di tale cultura, delle sue leggi e
della sua religione. Con zelo quasi missionario sollecitano a
«civilizzare» le tribù secondo il senso dell'ordine e i princìpi
romani e aborriscono l'apparente uso di sacrifici umani (anche se si
può osservare che, nello stesso tempo in cui si diceva ciò
avvenisse, in Gallia erano ancora in piena attività i sanguinari
giochi circensi a Roma). Altri scrittori, però, come il greco
Ippolito, erano maggiormente interessati alla filosofia e
all'erudizione dei druidi, che apparivano loro degne di onore al di
là della degenerazione decadente della loro stessa cultura.
IL TERMINE
«DRUIDA»
Giulio Cesare fu
uno dei primi a scrivere dei druidi, nel I secolo a.C., e fu uno dei
pochi che effettivamente conobbe un druida: il capotribù Diviziaco.
È attraverso l'opera di Cesare che
troviamo per la
prima volta il termine gallico «druida››, il quale sottintende
che non si trattasse di semplici sacerdoti, ma che detenessero anche
un significativo potere politico. L'origine del
termine è però
discussa. Generalmente si ritiene che la prima parte derivi da un
termine che significa «quercia»,
che in molte lingue europee è simile a druí: drus in greco, daur in
irlandese, derw in gallese (dove druida si dice derwydd). La seconda
parte può derivare dalla radice indoeuropea wid, che significa
«sapienza››. Il druida allora si ritiene sia «colui che detiene
la sapienza della quercia».
UNA TRADIZIONE
ORALE
Uno degli indizi
che ci tramanda Cesare e che il centro di formazione dei druidi.
all'epoca dei suoi scritti. era la Britannia. dove si riteneva avesse
avuto origine tale filosofia e la pratica religiosa.
Tuttavia. ciò
suscita ulteriori interrogativi poiché se il druidismo e emerso in
Britannia e la cultura celtica proveniva dall'Europa
centro-orientale, il druidismo era forse la spiritualità della
Britannia prima dell'arrivo dei celti? l sacerdoti erano forse
conosciuti con un nome diverso. anche se la loro ideologia era sempre
la fonte del successivo druidismo? La pratica si sviluppò dalla
mescolanza fra la cultura celtica e il territorio della Britannia?
Per molti druidi
questi interrogativi non sono però pertinenti: il druidismo è una
spiritualità del territorio' e della popolazione, i quali cambiano.
si evolvono. si adattano. Molti ritengono che la fede fosse ispirata
dal paesaggio, dal clima, dalle tribù e dai loro antenati della
Britannia. Tuttavia non vi fu mai un punto d'inizio, soltanto
un'evoluzione graduale. Sappiamo per certo che i druidi non misero
mai per iscritto alcun aspetto della loro religione. Una ragione di
ciò era senza dubbio ridurre il rischio che i loro insegnamenti
fossero dissacrati e male utilizzati. ma anche il fatto che essa, in
quanto tradizione orale. tenesse in altissima considerazione la
potenza della mente e della memoria, senza rischiare mai di finire
con il legarsi a un”unica scrittura o un unico insieme di profezie.
Rimaneva viva, sfuggendo alla delimitazione, prendendo forma attorno
a ogni nuovo influsso che si rivelasse degno.
Molti sono attirati verso il
druidismo da una profonda connessione interiore con la parola
«celtico››. Potranno avere un legame di sangue con la Scozia o
l'Irlanda gaeliche oppure con
le antiche popolazioni britanniche
del Galles o della Cornovaglia. Qual è la vostra connessione?
Trovatevi un paio d 'ore di
tranquillità e mettetevi a sedere davanti a un foglio di carta. Al
centro scrivete la parola «celtico», lasciando fluire la vostra
creatività, decorando la parola finché diventa un'immagine focale.
Usate i colori se vi aiutano a esprimere ciò che desiderate. Da
quella parola centrale lasciate fluire liberamente la vostra mente,
trascrivendo parole in una rete di associazioni collegate.
Che cosa vi rivela la pagina?
IL CONTRIBUTO
DEI ROMANI
I romani cercarono
effettivamente di spazzare via i druidi, tuttavia non era la loro
religione a minacciare gli imperialisti romani, politeisti e pagani,
bensì il potere politico che i druidi
detenevano sulle
tribù. Su tale questione sono state esposte molte idee e ipotesi,
con vari investimenti emotivi e intellettivi nel soppesare le
argomentazioni, ma non abbiamo fatti storici
chiari.
Sappiamo per certo,
tuttavia, che l°influenza dei druidi era significativa, su capi e
re, rotte di commercio e dispute, atteggiamenti verso le popolazioni
in arrivo. I romani non giungeva-
no però con lo
scopo di insediarsi, venivano per assumere il comando, e tutto quanto
avesse valore per ogni regno britannico, le risorse naturali e umane,
i legami commerciali e la conoscenza, era sotto la supervisione dei
druidi. Non sorprende allora che i druidi fossero spesso i più
battaglieri nelle insurrezioni contro gli eserciti conquistatori.
A mano a mano che
le truppe romane si spostavano in tutta la Britannia, l'influenza dei
druidi diminuiva. Il loro ruolo non fu mai più lo stesso, anche se
in Irlanda e nei territori più estre-
mi della Scozia,
che i romani non raggiunsero mai come esercito di conquista, la loro
attività continuò. In Irlanda vi è menzione di un druida ancora
all°opera come consigliere del re di
Cashel nel X
secolo, ma ormai era giunta la successiva ondata proveniente da Roma:
il cristianesimo.
L'invasione romana
non fu contrastata dappertutto. In fin dei conti si trattava di una
cultura forte, ricca di erudizione, letteratura, arte e progresso
tecnico. Vi furono molti re tribali e molti druidi che l'accolsero
bene. Nell'arco dei 400 anni in cui Roma regnò nelle isole
britanniche si sviluppò una cultura mista romano-britannica, che
prima dell'arrivo del cristianesimo fu una
meravigliosa
miscela pagana.
In termini di fonti
da cui i druidi moderni possano comprendere i loro antenati
spirituali, i romani non lasciarono soltanto i loro scritti, ma anche
quadri e iscrizioni riguardo alla natura degli dei. Da buoni pagani,
i romani precristiani che giunsero sulle coste britanniche si
rivolgevano automaticamente agli spiriti e alle divinità del
territorio perché li guidassero e li aiutassero nel loro cammino su
questo suolo: senza la protezione, il nutrimento, l'accettazione del
territorio, i romani sapevano che non sarebbero stati in grado di
sopravvivere.
Vi sono molti
esempi di templi di costruzione romana che sono semplicemente uno
sviluppo di un precedente sacrario celtico. Vi sono anche esempi di
romani che onoravano sui loro altari gli spiriti della terra che
consideravano essere le divinità locali, accanto al dio o agli dei
che si erano portati dietro dalla madrepatria. È attraverso queste
iscrizioni che i druidi moderni stanno scoprendo i nomi degli antichi
dei.
Passate un po' di tempo a riflettere
sull'influsso dei romani, così come avete fatto per i celti.
individuate l'ubicazione di un sito
romano-britannico, magari con l'aiuto della vostra locale biblioteca.
Se possibile, andateci. Trascorretevi un po' di tempo vagando
liberamente, rilassandovi, ascoltando. Cosa provate, cosa immaginate?
Ricordate di portare con voi un
'offerta appropriata da lasciare come dono di rispetto e
ringraziamento, e di staccarvi completamente e consciamente quando vi
allontanate da un luogo antico o sacro.
Se non potete recarvi a un sito
romano-britannico, potete organizzare una gita a una località ben
nota, come le terme romane di Bath, nel Somerset, sacre alla dea
britannica Sulis e
alla dea romana Minerva.
Quando l'impero era
sotto l'attacco dei barbari a metà del V secolo, il ritiro romano
dalla Britannia fu in effetti soltanto una rimozione degli organismi
militari e governativi. Coloro che erano giunti con l'impero e si
erano stabiliti in Britannia rimasero in quello che era ormai un
territorio riccamente multiculturale, in cui la diversità degli
influssi era stata nutrita dal libero movimento delle persone e dei
commerci in tutto il mondo romano. Era un territorio, però, che nel
V secolo aveva ormai una forte classe dirigente costituita
principalmente da cristiani.
Questa miscela di
influssi lasciò il segno sulla religione indigena delle isole
britanniche, ma quando gli eserciti romani se ne andarono non
trascorse molto tempo prima dello sbarco di nuovi invasori sulle
coste orientali, a cominciare dai sassoni e a seguire con i vichinghi
danesi, due popolazioni pagane che giunsero in una Britannia dominata
principalmente da re cristiani.
I RACCONTI
MEDIEVALI
Con l'influsso dei
druidi ridotto sotto il dominio romano, e poi con la tirannia del
nuovo cristianesimo, l'essenza della fede soprawisse in maniera
particolarmente forte attraverso l'arte dei
bardi. La prima
fonte scritta sulla tradizione druidica di origine non classica
risale alla fine del VI secolo: la letteratura dei bardi medievali
del Galles e dell'Irlanda.
I bardi facevano
parte della casta dei druidi e, sebbene gli indizi siano scarsi, si
ritiene che il processo per diventare druida comportasse molti anni
di addestramento tra i bardi, apprendendo le storie e le genealogie
del popolo servito dai druidi. Il molo dei bardi era affermare
l'identità della tribù e la forza del re, spesso con genealogie che
risalivano agli dei. Con instancabili elogi i bardi lodavano il
coraggio dei guerrieri e la bellezza delle donne, divertendo e
descrivendo riccamente le virtù di coloro che li mantenevano.
I bardi non erano
considerati una minaccia per gli invasori romani e proseguirono nella
loro funzione di intrattenitori e cantastorie, ora non soltanto
conservando le conoscenze del loro mestiere ma anche portando con sé
gran parte della sapienza dei druidi, avvolta in un tessuto diverso.
Quando le loro scuole non venivano trasformate radicalmente dallo
sviluppo romano o cristiano, proseguivano con gli antichi
insegnamenti. In effetti, soltanto nel XVII secolo fu chiusa l”ultima
scuola di bardi in Irlanda e appena all'inizio del XVIII secolo in
Scozia.
Nel VI secolo i
sassoni erano ormai in movimento verso ovest alla ricerca di terre
ove stabilirsi, e coloro che non potevano o volevano tollerare il
cambiamento venivano respinti a occidente, verso il Galles e la
Scozia meridionale. Ciò suscitò due filoni di interesse nelle
popolazioni che si trovavano sotto tale pressione: il primo in quei
nuovi arrivati che erano curiosi riguardo alla cultura che la loro
presenza stava diluendo, se non distruggendo; il secondo in quelle
stesse popolazioni che provavano una crescente necessità di
preservare tale cultura.
Chi erano queste
genti? Erano i romano-britannici con, ai margini, le tribù
britanniche che erano state leggermente meno influenzate dai 400 anni
di civilizzazione romana. Quanto alla loro cultura, ormai la lingua
britannica aveva assorbito un bel po' di latino, per struttura, suono
e lessico, al di sopra degli influssi celtici che si erano diffusi
precedentemente in tutta Europa. Con le nuove invasioni si incontrava
ora con la lingua dei sassoni germanici e fu attorno a quest'epoca,
come asserzione di identità britannica, che fu creata la lingua che
oggi chiamiamo gallese medio. Era una lingua estremamente complessa
che forse non fu mai parlata liberamente, ma fu escogitata dai bardi
come lingua della poesia da cantare o cantilenare e come mezzo per
preservare una cultura ancestrale minacciata.
In Scozia la
popolazione dei pitti era stata respinta verso nord dall'invasione
irlandese attorno al 300 d.C. e la lingua gaelica irlandese era
divenuta dominante, spazzando via efficacemente
quella dei pitti
precedenti.
Così la maggior
parte della prima letteratura irlandese e gallese si sviluppò non
come progressione naturale dalla tradizione orale alla lingua
scritta, ma come espressione determinata dell'identità culturale.
Alcuni storici
affermano che la tradizione tanto meravigliosamente espressa da tali
libri fosse già morta e che gli scrittori andassero a ripescare,
attraverso un divario di alcune centinaia d'anni, una cultura di cui
avevano scarsa comprensione. Certamente le storie, le poesie e le
canzoni non sono una pura rielaborazione degli antichi racconti. Sono
scritte con un rivestimento distinto seppure meravigliosamente
creativo sia di influssi greco-romani sia del cristianesimo, che era
la fede praticata dalla maggioranza degli autori. Tali influssi non
soltanto si intrufolavano dentro per il fatto di essere la mentalità
dell'autore, ma anche come consapevole mano censoria, modificando il
centro
dell'attenzione e rielaborando i racconti in modo da includere il
loro dio o i loro dei.
Per molti druidi
moderni questi racconti sono di eccellente valore come fonti di
ispirazione spirituale e non diminuiscono di pregio per via di tale
miscela di culture. Sono un'altra espressione dell”evoluzione di
una spiritualità che onora la creatività e gli dei di tutto il
creato.
FONTI DI
ISPIRAZIONE
Pertanto le fonti
storiche del druidismo non sono interamente chiare. Il sentiero è
tortuoso e da lontano appare piuttosto accidentato. Eppure per chi vi
sta sopra, per chi avverte la terra,
i ciottoli e l'erba
sotto i piedi, è una fiammata di colori selvaggi.
In quanto religione
delle isole britanniche, della loro flora e fauna, e del potere dei
doni che ogni spirito ha apportato alle loro coste, della profonda
sapienza dei loro sacerdoti, questa tradizione offre alla persona che
si guarda indietro alla ricerca di ispirazione migliaia di luoghi in
cui immergersi e respirare profondamente. E se noi intendiamo il
druidismo come una spiritualità il cui fulcro è la ricerca di
ispirazione divina e perfetta, un'ispirazione che ci fornisca una
profonda conoscenza e libertà, una vera creatività, dobbiamo anche
accettare che ogni anima trovi tale fonte a modo suo.
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