GRUPPO ECOLOGISTA CULTURALE DRUIDICO DI ALESSANDRIA


giovedì 31 maggio 2018

I PRINCIPI DEL DRUIDISMO - capitolo 1


primo capitolo del libro: 
I PRINCIPI DEL DRUIDISMO
di Emma Restall Orr

1


CHE COS'E' IL DRUIDISMO?

Se davvero volete saperlo, smettete di leggere per un po'. E in uno zaino ínƒilate un po'di cibo, frutta secca, un paio di mele, quello di cui vi sembra di aver bisogno, e qualcosa da bere. Vestitevi a seconda delle condizioni atmosferiche, prendete un maglione o un impermeabile se necessario. Poi fermatevi per un attimo. Guardatevi attorno. E camminando lentamente per la casa prendete nota di tutto ciò che esprime chi siete, cosa avete creato, cosa è in corso di svolgimento, cosa sperare di essere, o di essere considerati. Osservate cosa ha valore per voi e cosa no. Scegliete qualcosa che incarni, realmente o simbolicamente, ciò che apprezzate di più, ciò che vi ha dato di più, consentendovi di scoprire le capacità e le certezze che sapete di avere. Dovete essere pronti ad
abbandonarlo, a regalarlo, eppure deve essere per voi sufficientemente significativo da rendere profondo, perfino difficile, Fatto di abbandonarlo. Mettetelo nello zaino o in tasca e uscite di casa, in treno, in auto, in bicicletta o a piedi portatevi al di fuori degli edifici, dell'asfalto e del cemento, arrivando in un paesaggio che sia il più possibile vicino al mondo naturale selvaggio, lontano da strade, rumore e affollamento, lontano dai campi di coltivazioni irrorate e dal metallo che arrugginisce. Dovunque vi troviate la storia è vostra. Potrete essere in un 'aperta brughiera, con il ronzio delle api in mezzo all'erica e il vento che turbina attorno agli abiti. Potrete essere nel bosco, con ramoscelli che si spezzano sotto i piedi, nelle narici l 'odore delle foglie marcescenti. Potrete essere in un parco, sotto un salice sulla riva di un laghetto, cullati dal tubare dei colombi, mentre la città che vi racchiude scompare delicatamente nella tranquillità. Ciascuno di noi ha una percezione diversa di cosa significhi selvaggio e naturale (ma sia abbastanza sicuro da trovarvisi da soli). Dovunque sia, restate li, per un 'intera giornata, per qualche giorno, a camminare, osservare, percepire, sedere, ascoltare: voi stessi, il mondo che vi circonda. Ascoltare qui non è una cosa da fare con un qualche sforzo. È un processo in cui si acquisisce consapevolezza, senza dare
giudizi, senza essere tenuti a reagire o a rispondere. E mentre ascoltiamo i nostri sensi corporei cominciano a svegliarsi. Consciamente cominciamo a respirare attraverso i pori, a odorare con la pelle, a osservare e percepire con il nostro sottile corpo energetico. E così facendo gli effetti della nostra presenza cominciano a esercitare un minore impatto sul mondo che ci circonda. Passate un po' di tempo ad ascoltare in questo modo, e quando vi fermate a mangiare condividete il vostro cibo, apertamene e con gratitudine, restituendone più di un po' alla terra, lasciandone una catasta in un luogo nascosto dove potrà essere trovato dalle creaturine e dagli esseri fatati, spargendo briciole sul terreno, versando una buona sorsata nel suolo o nella sabbia. Quando avvertite che la vostra presenza ha cominciato delicatamente a fondersi con l 'ambiente in cui vagate, lasciate che la mente rifletta sulla vostra ricerca, sul vostro desiderio di saperne di più riguardo all 'antica tradizione del druidismo. Qual è la vostra motivazione? Che cosa sperate di acquisire? Che cosa vi aspettate? Come potrà cambiare la vostra vita? Chi sperereste di incontrare e quale aspetto avrebbe? Che cosa vi verrebbe chiesto? Se ascoltate con mente aperta, resa tranquilla dalla mescolanza fra il vostro senso del sé e il mondo naturale, le risposte che emergeranno saranno il vostro primo assaggio di druidismo. intrecciata in tali risposte ci sarà una chiarezza che vi insegnerà più di ogni parola scritta. Attraverso tali risposte emergerà anche una comprensione del primo passo che dovrete compiere nel viaggio all'interno di questa tradizione. È giunto il momento di lasciare il vostro dono, come offerta sia alla terra che vi nutre, sia a coloro che hanno percorso il cammino prima di voi, agli antenati druidi che vi guideranno lungo la via. Sta a voi decidere come consegnare il dono. Potrà essere sistemato sull'incurvatura di un albero, gettato nell 'acqua o lasciato a un ente di beneficenza durante il ritorno a casa. La natura del dono e la natura del vostro mondo, insieme con un po' di buon senso e di sensibilità ambientale, renderanno chiare le possibilità. L'aspetto importante è l'atteggiamento con cui viene Offerto, e l'atto di lasciarlo andare. E se non vi sembra, sinceramente, di avere raggiunto un punto in cui possiate offrire il vostro dono, lasciandolo andare consciamente con gratitudine, allora tornate un altro giorno, e un altro e un altro ancora. Ma non proseguite nella lettura finché non lo avete fatto.

IL VECCHIO

Da qualche parte della nostra mente vi è quel vecchio druida che tutti noi consideriamo l'originale, il prototipo. È magro, sulla settantina, alto circa un metro e ottanta, con lunghi capelli bianchi, spettinato, e con una barba bianca piuttosto lunga che termina a punta. Indossa una semplice veste biancastra con un lungo mantello scuro sulle spalle, le ampie pieghe di un cappuccio, sandali ai piedi. In mano potrà avere un ramoscello di vischio, un falcetto d'oro o un bastone di legno riccamente ornato.
I dettagli possono variare a seconda del nostro intuito riguardo alle caratteristiche che esprimono le qualità da lui certamente possedute, ma che sia un po' più alto, un po' più in carne, con occhi scuri o azzurri, possiede aspetti di uomini anziani, sensibili e potenti, che abbiamo incontrato nella nostra vita, insieme con immagini tratte da libri di fiabe e fumetti che abbiamo letto, film che abbiamo visto. Che sia biondo o bruno, il vecchio druida è una fonte di sapienza universale e profonda. Muovendosi con una serenità distaccata dalle cose del mondo, mescola gentilezza ed età con un'invulnerabilità assoluta. A molti appare essere un'incarnazione del territorio della Gran Bretagna, dell'Irlanda e della Bretagna, orgoglioso della sua dignità, le colline ondulate, le brughiere selvagge e le notti tempestose, caotico come le loro siepi di arbusti, e scontroso come non mai. Sentiamo che il druida potrebbe parlare con gli uccelli, evocare il tuono, affrontare senza timore qualunque uomo. Soprattutto, questo vecchio druido che si aggira nella nostra mente, sfregandosi il mento e
immerso nei pensieri, che racconta le sue verità con un tocco di ironia, è quasi certamente e decisamente un «lui››.

LA REALTÀ

Questa figura archetipica svolge un ruolo persino tra coloro che sempre più numerosi praticano oggi il druidismo. Per una minoranza l'immagine del vecchio potrà far parte dell'incentivo a ricercare questa tradizione, stimolando la fantasia, ma per molti druidi è ciò che sta al di sotto dell'aspetto del vecchio (la sua forza spirituale, la certezza e la flessibilità, la sua connessione con il mondo naturale, la sua sensibilità e sapienza) a costituire una potente fonte di ispirazione. Alcuni potranno confessare un incanto infantile per i druidi destato dalle storie di Merlino, Gandalf o Panoramix, i quali si riuniscono tutti nel vecchio e saggio mago del nostro retaggio culturale collettivo. E quando qualcuno che non sa nulla del druidismo moderno viene a sapere che vi sono davvero druidi che ancor oggi praticano tale fede, spesso è proprio quell'immagine a balzare alla mente. Eppure quando osserviamo i druidi moderi il quadro è ben diverso. Ci troviamo di fronte a una varietà enorme che, a mano a mano che sempre più persone scoprono questa tradizione, si fa via via più ampia e ricca di varianti. Pure in crescita è il numero di Ordini e piccoli gruppi, ciascuno dei quali trova ispirazione e dà espressione a un aspetto diverso di questa tradizione, ciascuno con priorità diverse, caratteristiche e accenti diversi in materia spirituale e rituale. Le qualità fondamentali del vecchio sono ancora presenti, come un profumo nell'aria, ma lui è raramente una presenza ovvia. Un druida oggi può benissimo essere una donna anziché un uomo e può provenire da qualunque ambito sociale, religioso o formativo, può avere qualunque condizione economica, qualunque sessualità e razza o nazionalità. In questa tradizione arrivano persone di ogni età, dai figli dei dmidi ai membri più anziani della società. Urbano o rurale, il druida può essere un avvocato ambientalista, un insegnante elementare, uno studente di arte, un'infermiera, un contabile, uno che vive in una capanna in un accampamento di contestatori oppure uno che gestisce un”azienda di consulenze informatiche in una città grande o piccola...
Nel druidismo non vi è traccia di «evangelismo››, per cui i druidi, sebbene sperino di vivere le proprie convinzioni con coerenza, per la maggior parte non rendono nota la natura della loro spiritualità. Molti lavorano o vivono accanto a colleghi i quali non hanno idea che loro pratichino il druidismo. Così il druida può essere la manager con computer portatile oppure la cameriera della tavola calda oppure quel magazziniere dai baffi ridicoli, il direttore marketing che sembra così alla mano, il fotografo al matrimonio, il consulente, la mamma della fidanzata... Queste persone così diverse possono celebrare la loro spiritualità in enormi riti pubblici o in piccole riunioni private o in
allegra solitudine. Una cerimonia druidica può essere selvaggia e spettacolare, una riunione di notte nel profondo del bosco, con colore e canti e tamburi e falò, oppure può essere intensa nella
profondità della sua calma, riflessiva e precisa, in una stanza a lume di candela che risuona delle parole di antiche poesie. I druidi moderni possono anche cambiarsi quando si preparano per i riti, le feste e le preghiere: la valigetta o la cassetta degli attrezzi lasciano il posto a un'arpa o un calice, la mente è spalancata per la danza del rito, l'abito o i jeans di ogni giorno vengono sostituiti da vesti ampie o altri indumenti speciali di colore blu e verde, oppure rosso e oro, o multicolori, spesso realizzate in tessuto naturale non tinto, alcune semplici, altre meravigliosamente ornate.
Quale che sia la celebrazione, un obiettivo fondamentale è vivere e respirare la filosofia. Così il vecchio che costituisce l'archetipo del druida nella nostra cultura viene capito dal ragazzo che sta seduto immerso nella quiete a suonare l'arpa, indossando una veste di colore verde scuro, sotto i vecchi faggi, così come dalla donna che medita davanti al suo altare immacolato, scivolando nel suo concetto più chiaro di luce perfetta, con una veste bianca orlata di viola e rosso, a riflettere sul problema che le è stato chiesto di risolvere. Eppure ciò che questi due hanno preso da tale archetipo, consciamente o no, per ispirare la loro espressione di una spiritualità che entrambi chiamano «druidismo››, può essere assai differente. E che dire della sacerdotessa con piume fra i capelli che percorre a piedi le brughiere fino all'antico cerchio di pietre, cantando alla sua dea, ridendo con
elfi e folletti che le corrono accanto? Questa donna ha un collegamento con l”archetipo ancora diverso, così come il sacerdote dal copricapo di corna che al margine di un campo di orzo ondeggiante invoca con voce tonante il suo dio del sole glorioso. Dal saggio allo stregone, dall'eremita al consigliere di corte, dal selvaggio dei boschi al guaritore di villaggio, dal cantastorie al veggente, le immagini del «druida›› percepite da chi ora entra in questa tradizione sono quasi altrettanto varie dei druidi stessi.
Allora cosa mette assieme tutte queste persone come allievi attivi e celebranti di un'unica tradizione? Che cos'è il druidismo?

IL TERRITORIO IMMERSO NELLA NEBBIA

Le aree di interpretazione comune in cui si riconoscono i druidi sono quelle fondamentali per il druidismo moderno nel suo insieme. Sono queste che guidano il comportamento del druida, la sua etica e le sue relazioni. Quando si tratta di pratica rituale, il terreno comune è spesso meno ovvio, seppure profondamente implicito. Per scoprire l'essenza del druidismo dobbiamo andare molto al di là dell'archetipo del vecchio druida in bianco con gli occhi sfavillanti, che ritorna al territorio da cui è emerso. Soltanto recandoci in questo luogo possiamo sperare di capire che cosa induca a praticare ancora questa fede, con la sua ricchezza di individualità, creatività e celebrazione. Il druidismo è un territorio che è sempre esistito, eppure da migliaia di anni è immerso nella nebbia. Se ne sia mai stato privo è solo questione di congetture, una memoria onirica dell'anima. È un territorio che conosce la nebbia e se ne compiace. Non è un luogo comodo in cui vivere per un”anima incarnata, sebbene sia possibile recarvisi. La nebbia non è impenetrabile, ma il viaggio può essere difficile: la visibilità è spesso minima (seppure a volte improvvisamente e sorprendentemente chiara)
e vi sono pericoli. Se dovessimo viaggiare verso questo territorio partendo dal nostro, magari volando sul dorso di un falco smeriglio, faremmo meglio a non tentare un atterraggio nella nebbia. Tuttavia nel1'arco degli ultimi millenni varie regioni di questo territorio, quasi sempre alture, colline e montagne, sono emerse dalla nebbia. Viste dal dorso del falco hanno l`aspetto di isole su un mare grigio lattiginoso. La vegetazione può essere simile, e così gran parte della fauna, e se noi siamo abbastanza sensibili da avvertirne l'energia, l'atmosfera, possiamo ritenere che vi sia qualche
antica connessione.
Quando una zona emerge effettivamente dalla nebbia, la notizia si diffonde tra coloro che sono interessati a tale territorio, che viene allora visitato da molte persone ansiose di percorrerne le antiche foreste e i prati, attraversarne le brughiere e le montagne, scoprendo antichi sentieri o creandone di nuovi. Alcune parti che emergono non rimangono visibili ai lungo, ma scompaiono di nuovo nella nebbia, per essere visitate soltanto da mistici e pazzi.
Alcune zone rimangono visibili per centinaia di anni, per cui coloro che le visitano modificano il paesaggio con la loro presenza, domando l'ignoto selvaggio, rendendolo più accessibile a chi seguirà. Altre regioni vengono rivendicate da coloro che le hanno visitate, e si costruiscono alte mura che rendono il territorio una proprietà esclusiva. Alcune zone sono inabitabili, troppo elevate o instabili, ma la loro vista riempie di soggezione l'osservatore.
Da qualunque via ci si awicini a questo territorio, dovunque si tocchi terra, non è possibile vedere l'intero paese. Eppure dai viaggi in differenti regioni dove vi sia stata aria tersa e dalle discese nella nebbia possiamo pervenire a una comprensione della natura del territorio.
Sul dorso del falco, se verrete con me, coglieremo un barlume di ciò che sta immerso nella nebbia. E se ascolterete bene, mentre faremo il nostro viaggio, io vi parlerò di ciò che so esserci sotto quel mare grigio e magico. IL PROBLEMA DI TROVARE UNA DEFINIZIONE In una tradizione spirituale in cui vi sono tanti modi di vedere differenti è quasi impossibile trovare una definizione onnicomprensiva. Si sono riuniti dei gruppi per studiare tale questione, sia seriamente sia con umorismo alimentato dalla birra, sia per studiare le antiche leggi irlandesi di Brehon, sia per contemplarsi l'ombelico. Ma, semplicemente, non vi è alcuna sacra scrittura a cui possano fare riferimento tutti i druidi. Non vi è un unico dio, e nemmeno un unico pantheon, che tutti i druidi riveriscano come forza di guida divina. Non vi sono profeti che abbiano dettato grandi verità insieme con obblighi rituali, ma soltanto mescolanze di eroi storici e mitici. Sotto molti aspetti il druidismo è perfino più complesso del paganesimo o di un'altra vasta spiritualità come l'induismo. È
una fede realmente politeistica, entro la quale si possono trovare spazio e onore per qualunque divinità o concetto di divinità, insieme con i loro sacerdoti, devoti e filosofi. Ve ne sono molti
in questa tradizione a chiamarsi cristiani, mentre alcuni asseriscono che il druidismo non è affatto una religione, e nemmeno necessariamente una spiritualità, ma semplicemente una filosofia di vita. La maggioranza dei druidi, però, è in un modo o nell'altro pagana. Nel pronunciare questa affermazione, tuttavia, è necessario esplicare il paganesimo come viene generalmente
inteso all'interno di questa tradizione.
Il concetto secondo cui è pagano chiunque non aderisca a una delle tre religioni monoteiste mediorientali, cristianesimo, ebraismo e islamismo, è ormai caduto in disuso, anche se si ritrova
ancora in molti dizionari. L'idea che un pagano sia un abitante delle campagne (anziché delle città) ci si avvicina di più, ma è ancora un po' ristretta e fuorviante. La definizione più precisa è
che un pagano, è chi riverisce gli spiriti e le divinità del suo ambiente locale: della terra sotto i suoi piedi, della sua fonte o sorgente di acqua dei boschi e dei fiumi, dei campi e degli edifici, del sole e della luna e della pioggia, e altro ancora; di tutto ciò çhe costituisce il mondo esistente attorno a lui. La maggioranza dei druidi, quali che siano i loro dèi, riconosceranno che questo è un aspetto fondamentale della loro pratica. Se alcuni adoreranno lo spirito di una sorgente, per esempio, come divinità, come uno fra tanti dèi, e altri intenderanno lo spirito come aspetto di un dio o di una forza creativa superiore, ogni dmida praticante si premurerà di presentare offerte e recitare preghiere di ringraziamento ogni volta che visita quel luogo sacro.

UNA SPIRITULITA' DEGLI ANTENATI E DELLA TERRA

È anche possibile definire il druidismo una spiritualità degli antenati e della terra. Anche se accettiamo idee secondo cui il druidismo fu portato in Gran Bretagna dagli antichi egizi che avevano ricevuto le loro conoscenze da profughi di Atlantide, cosa che a molti sembrerà piuttosto un'ardita fantasticheria, l'essenza della fede è ancora il fatto di onorare la terra fertile e i padri/madri apportatori di vita e saggezza. Le più accreditate origini di questa fede ci riportano alle culture primitive dell'Europa neolitica e all`impulso motivante che sta dietro qualunque religione: la necessità di capire il mondo che ci circonda nella nostra ricerca di sopravvivenza, insieme con qualche modo per assicurarci il futuro mediante la fertilità della terra e della tribù. In ciò il druidismo si collega alle altre tradizioni degli antenati e della terra di tutto il mondo, come quelle degli indiani nordamericani, dei maori e degli huna, degli aborigeni, degli zingari, e le spiritualità indigene dell'Africa e dell'Asia. La scienza ci avrà fornito risposte a molti degli interrogativi e delle crisi dei nostri antenati, ma rendere omaggio ai misteri e alle manifestazioni della vita è ancora un atto profondamente sacro e gratificante e rimane nel profondo del cuore del druidismo moderno.

SCARPE BUONE E UNA BUSSOLA

Intendere il druidismo in questo modo chiarisce come il venerare gli antenati e il venerare la terra costituiscano i due punti fondamentali di questa tradizione. Gli antenati cominciano con i nostri genitori e proseguono all'indietro quanto più lontano possiamo immaginare. Molti di noi sanno poco o niente dei propri antenati, la nostra genealogia si fa nebulosa al di là dei nostri nonni e scompare nel fango con il volgere del secolo scorso, ma per il druida questa non è una limitazione. Gli antenati esistono come popolo in spirito e includono non soltanto la nostra genealogia ma anche quella di coloro che sono vissuti e morti sulla terra sotto di noi, indipendentemente dal tempo lungo o breve in cui anche noi (o la nostra genealogia) siamo vissuti qui. Vengono onorati anche i nostri antenati spirituali, vale a dire tutti coloro che hanno praticato questa tradizione spirituale, i nostri maestri e le nostre guide, sia vivi che morti. Inoltre vi sono dmidi il cui sangue non è di queste terre, i cui antenati adoravano dèi diversi in terre diverse e in climi diversi, e si intende che ciò debba influenzare la pratica di tali druidi. Si venerano anche gli dei dei nostri antenati, perché anch'essi fanno parte di ciò che ci ha resi quelli che siamo. Poiché nel druidismo vi è una generale accettazione della trasmigrazione delle anime, senza limitazione a una sola genealogia o se è per questo a una sola specie, l'atto di presentare offerte agli antenati viene compiuto con una convinzione consapevole che così facendo il druida offre un dono e rende omaggio agli spiriti dei suoi discendenti, attraverso il suo sangue, la terra e la tradizione.
La pratica della fede è anche influenzata dall'ambiente circostante, in quanto i druidi rispondono alla terra che li circonda, ascoltandone i bisogni e i canti e i racconti degli spiriti in essa racchiusi. Pertanto un druida nato e cresciuto nelle brughiere del Lancashire avrà una pratica diversa da uno nato al caldo della Florida e ora residente nel Kent o, se è per questo, da un druida del Galles settentrionale che ora viva in Giappone.
Il modo in cui i druidi considerano sacra la terra varia a seconda del loro concetto di divinità. Per la maggior parte i druidi sono animisti, intendendo che tutti gli Aspetti, della natura vibrano di spirito, eppure se molti druidi ammettono alcuni spiriti sono divini o si incarnano in una divinità, come gli spiriti dei fiumi, della luna, di una foresta e così via, altri li intendono semplicemente come espressione creativa o aspetto di un dio o una dea superiori. Tutti i druidi venerano la terra, anche se per molti l'operare si limita alla loro pratica spirituale e alla loro località, mentre altri sono coinvolti in un ambientalismo planetario. Due effetti, che in sé sono una parte importante della definizione di druidismo, emergono dalla pratica di venerare gli antenati e la terra. Il druida accetterà senza riserve l'esperienza individuale di un'altra persona, il suo modo di vedere, i suoi dei e la sua pratica spirituale (purché tutto ciò non disonori la terra o gli antenati): tolleranza perfetta. E il druida entra in relazione con ogni creatura, di pietra, legno o foglie, con pinne o piume, con le ali o a quattro zampe, che striscia o cammina, con pelo, pelliccia o pelle liscia, altrettanto quanto con gli esseri umani, principalmente in quanto spirito e pertanto con uguale diritto alla vita, al rispetto e alla dignità: uguaglianza perfetta. Intendendo questi elementi, la terra e gli antenati, come due
fondamenti poderosi del druidismo moderno, forse possiamo fermarci un attimo. Pensiamoci sopra. Quanto onoriamo i nostri genitori? Che cosa sappiamo dei nostri antenati e degli antenati della terra sotto i nostri piedi? In che modo li veneriamo o potremmo venerarli, riconoscendone lo spirito, l'esperienza, i doni? E che dire dei maestri che ci hanno fatto da guida, con lezioni difficili, oltre a quelle in cui riuscivamo meglio? E che dire del nostro atteggiamento verso la terra? Pensiamo a cosa abbiamo ricevuto dalla terra e in quale modo abbiamo formulato ringraziamenti per questo, in che modo abbiamo contraccambiato consapevolmente, donando a nostra volta. Allora infiliamoci questi principi fondamentali, come se fossero robusti scarponi, e leghiamo bene i lacci. Nel viaggio all'interno di questa tradizione ci forniranno una base sicura. E guardando la strada davanti a noi, prendiamo come bussola i fondamenti della tolleranza e dell'uguaglianza. Ci riproietteranno sulla
retta via, se il dubbio dovesse annebbiarci il cammino.

IL VIAGGIO

Il mio primo suggerimento era di smettere di leggere, uscire e percorrere a piedi il territorio, lasciandosi alle spalle il mondo civilizzato per scoprire il mondo della natura dove le vibrazioni dell'umanità non sono onnipresenti, spazi selvaggi dove, non più distratti dalla minaccia del giudizio degli altri o dalle nostre inibizioni e dalle cose che riteniamo di dover fare, possiamo
sentire meglio noi stessi, sotto le maschere e i ruoli che recitiamo, spazi in cui noi siamo abbastanza forti da riflettere su come i possiamo cambiare e fluire.
Nel vostro spazio aperto avete presentato un'offerta di voi stessi, sia alla terra come ringraziamento, sia a quei druidi che sono gli antenati e i guardiani della tradizione, esprimendo il vostro desiderio e impegno a scoprirne di più. Tali offerte mescolano la nostra celebrazione di chi siamo e di ciò che abbiamo ricevuto con la nostra disponibilità a sacrificare qualcosa di noi, una parte della nostra forza e abbondanza. e ci aiutano a vedere più chiaramente sia ciò che abbiamo, sia come abbiamo intenzione di cambiare.
È nelle braccia della natura, nei colori del tramonto, nella danza delle libellule, nei pensieri che scorrono attraverso di noi quando osserviamo l'orizzonte attraverso l'erba, sentendo la terra sotto il nostro corpo, ascoltando ben desti, che rifulge lo spirito del druidismo. La terra stessa, con le marce e i cicli della natura, è la sacra scrittura di questa tradizione e la fonte del nostro modo di intenderla. Queste parole non sono che una mappa grossolana e una guida sul campo, con suggerimenti e idee su ciò che si potrebbe vedere lungo il cammino. Non vi è necessità di sforzarsi di credere ad alcunché, né di amare e seguire ciecamente. Il druidismo è un viaggio spirituale dell'anima individuale, un viaggio che onora ogni visione ed espressione inconfondibile. Ispira idee che vengono intese semplicemente come idee, finché l'esperienza non le trasforma in conoscenze.

CHI POSSIAMO INCONTRARE LUNGO IL CAMMINO?

Ogni cammino nel druidismo condurrà in qualche fase il viaggiatore all'incontro con altri druidi e indagatori. Percorrere il cammino da soli è spesso una fase necessaria del viaggio, ma unirsi ad altri può essere tanto gratificante quanto istruttivo. Se coloro che il viaggiatore può incontrare possono provenire da ogni parte della gamma dell'espressione druidica, possono anche operare a livelli diversissimi entro tale tradizione. La spiritualità mistica che è il nocciolo del druidismo è un luogo di profonda dedizione personale che ispira il druida a incentrare l'intera sua vita su questa fede. Attorno a tale nocciolo vi è la più vasta comunità del druidismo, dove l'intensità e la disciplina
non sono tanto esigenti. Questo corpo esterno è emerso negli ultimi dieci anni con l'enorme crescita di interesse per il druidismo e la maggiore accessibilità offerta da cerimonie pubbliche e aperte a tutti. Ciò ha consentito di coinvolgere molti che non sarebbero stati pronti o interessati al viaggio mistico, preferendo lasciarlo a una casta sacerdotale, ma che vogliono imparare qualcosa di più, riunirsi assieme per celebrare le feste e i riti e sforzarsi di vivere secondo i principi druidici. Alcuni dei druidi che potremo incontrare lungo il cammino, però, non fanno parte del nuovo e crescente corpo del druidismo moderno. Sono guide e maestri che raggiungiamo attraverso i sottili sensi della nostra mente. Esistono nei mondi interiori, al di là della nebbia. L'offerta che avete fatto all°inizio del viaggio, se compiuta con sincerità, avrà ispirato un tale maestro a interessarsi di voi e del vostro cammino di scoperta, a qualunque livello di curiosità e impegno scegliate di viaggiare. Se siete disposti a essere aperti, di cuore e di mente, ad ascoltare e a udire, a vedere un mondo diverso attraverso un punto di vista druidico, questa guida rimarrà con voi. Potrete avere consapevolezza, già adesso oppure in un tempo a venire.
Chiunque incontriate, vale la pena ricordare che ogni individuo, in corpo o in spirito, non rappresenta alcuna altra parte della tradizione o della comunità al di fuori di se stesso.

DOVE CONDUCE IL CAMMINO?

Il druidismo è un viaggio sacro alla scoperta della bellezza e della santità di tutta la vita, sia fisica sia spirituale. Eppure non basta al dmida sapere che tutto il creato è sacro: il cammino conduce oltre tale punto fino a un luogo in cui si può raggiungere quella realtà divina. Il viaggio del druida è sentire il tocco degli dei, in qualunque modo li percepisca, raggiungendo (in quanto corpo e spirito) lo spirito che dà vita al mondo. Uno dei fondamenti di questa tradizione è l'awen, È un antico termine gallese che può essere tradotto «spirito che fluisce» e sta a indicare il fluire dell'ispirazione divina che procede da quel punto di contatto delizioso, travasandosi dalla divinità al druida. Con l'ispirazione arriva l'energia, la potenza necessaria al druida per consentire a tale ispirazione sacra di riversarsi attraverso di lui nella creatività. Il compito infinito del druida è perfezionare questo processo. La natura della creatività ispirata da questa felice connessione con il divino può assumere varie forme, a seconda delle capacità dell'individuo, delle sue necessità o di quelle della persona
o delle persone per cui sta operando. La poesia e la musica, la narrazione di storie e miti magici sono le opere più comunemente associate all'espressione creativa che emerge dal druidismo. Il fornire ispirazione agli altri si esplica in arte, guarigione,insegnamento, divinazione, giardinaggio, politica e in effetti in ogni aspetto della vita moderna in cui vi sia la potenzialità di liberare la vera e piena creatività dell'anima.

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