GRUPPO ECOLOGISTA CULTURALE DRUIDICO DI ALESSANDRIA


sabato 22 dicembre 2018

Celebrazoni Solstiziali inverno 2018. A Sant'Alosio.

Anche quest'anno ci siamo ritrovati alle Torri di Sant'Alosio per celebrare la morte del vecchio sole. Da domani nascerà quello nuovo!


Purtroppo faceva molto freddo, ma soprattutto la nebbia ci impediva di vedere più in la di qualche decina di metri e il sole abbiamo proprio dovuto immaginarcelo!



In ogni caso l'atmosfera era davvero suggestiva e magica.




La temperatura ci ha impedito di suonare tamburelli e ocarine per non più di una decina di minuti e dopo le offerte a base di noci e idromele e qualche danza propiziatoria siamo tornati alla base in valle.

domenica 25 novembre 2018

La migliore bicicletta per muoversi in città.

Dopo anni torniamo sull'argomento bici. Potrebbe sembrare strano visto gran parte degli altri post eppure fin dall'inizio, ormai da tanti anni, questa pagina si occupa principalmente di cercare il modo di vivere nel modo migliore possibile. Una delle prime scelte che ho fatto io, autore di molti post, è quello di usare la bici. Questo punto vorrei approfondirlo e spiegarlo da anni, ma anche questa volta continueremo a rimandare. Questa volta vorrei dare alcuni consigli pratici, sul tipo di bici da scegliere per muoversi tutti i giorni: per andare al lavoro o a scuola, per andare a fare la spesa, per uscire la sera o per divertirsi, insomma una bici per un utilizzo non proprio sportivo, ma che ci aiuti a sostituire la macchina in quasi il 100% dei casi. Io mi muovo in bici ogni giorno praticamente da sempre (pur avendo patente e auto) e credo di poter dare alcuni consigli utili e reali. Online si trovano molti articoli, purtroppo non sempre scritti da gente che poi la bici la usa davvero.

IL LUCCHETTO: Prima di iniziare a parlare della bici, vorrei spendere tre righe sulle misure di sicurezza per evitare di farci rubare la bici. Belle o brutte, le bici sono uno degli oggetti più rubati al mondo e molta gente smette di usarla dopo che gliela rubano una, due magari anche tre o quattro volte. Quindi non risparmiate sul lucchetto! Meglio risparmiare sulla bici quei 30 euro e investirli sulla chiusura. Il tipo di antifurto più sicuro è quello a "U" o "U-Lock" ed è il più consigliabile. Girando per le strade vi sarà capitato di vedere telai raziati di ruote e altre parti, ma se il telaio era legato bene ad un palo sicuro nessun ladro sarà riuscito a rubarlo. Le marche più buone e conosciute sono Kryptonite e Abus. Ma ne esistono anche di più economici che comunque restano sicuri.


Io ne uso simile a quello in foto, con cavo aggiuntivo per legare ruote e altre parti o borse a seconda. Online se ne trovano parecchi, Qui sotto metto qualche link per comprarli o vederli:
Kriptonite - Kryptolok lungo 48-60 euro LINK
ABUS - granit lungo 48-60 euro LINK
Decathlon mini 26 euro LINK
Questi sono alcuni esempi, ma potete vedere voi se vi serve qualcosa di lungo (più comodo) o più leggero, oppure come ho fatto io, guardare nei vari negozi per trovare qualche offerta.
Oppure ci sono le catene, quelle buone (es. Abus) sono meno sicure ma più comode. Una via di mezzo sono le chiusure flessibili, ad esempio questa ABUS: LINK ma molto costose.
Le chiusure a cavo d'acciaio vanno bene per lasciare la bici 1 minuto, non di più!
RACCOMANDAZIONI: legare sempre il telaio, meglio perdere una ruota che tutta la bici. Quante volte vediamo una ruota legata al palo a cui invece hanno portato via l'intera bicicletta? Possibilmente legare insieme telaio, ruota anteriore (la più veloce da rubare) e palo. Non usare gli sganci rapidi, vendono degli sganci rapidi sostitutivi a chiava pentagonale che complicano un pò il lavoro ai ladri, specialmente quelli improvvisati LINK. Ultima cosa: verificare che il palo sia molto molto alto e fisso a terra.


E ora finalmente possiamo spendere qualche parola sulla bici da sciegliere: partiamo dalla migliore:

1) LA BICI URBANA PRONTA: se non avete problemi di budget, allora non ci sono problemi. Io comunque consiglierei sempre una bici d'acciaio, che in teoria può durare quasi a vita. In questo caso bisognerebbe tenere conto di diverse cose che serviranno anche nei punti sotto: se abitate in un posto piano o collinare, nel secondo il cambio sarà molto utile. Se nella vostra città le strade sono perfette, oppure, come dove abito io, avete strade in pavè, lastricato, asfalto vecchio con voragini... in questi casi una bici con copertoncini fini non andrà bene, meglio copertoni più grossi. Altri punti sono la presenza o la predisposizione per il montaggio di parafanghi e portapacchi. Se la usate per fare la spesa e pensate di usarla tutto l'anno, questi sono accessori quasi indispensabili. Per anni ho odiato esteticamente i parafanghi. Poi mi sono resoconto di quante volte perdevo la voglia di prendere la bici in autunno o in inverno per non bagnarmi o sporcarmi e mi sono deciso a metterli. I parafanghi "a incastro" economici che si vedono molto spesso in giro non sono il massimo, molto meglio quelli con le asticelle, robusti e stabili. Una cosa essenziale sono le luci e qui si apre un discorso molto lungo. Con la dynamo o a batteria? Che tipo di dinamo? Sarà forse meglio dedicare un post a parte.

Dette tutte queste cose, si può optare per una bici comoda ed elegante, la classica, si va dai 250 a più di mille euro per quelle veramente belle. Comunque tipo queste:


Poi si può trovare qualcosa di un pelo più sportivo, adatto anche a gite fuori porta e viaggi, ma con luci e accessori, che per quanto mi riguarda sono la scelta migliore. Anche qui si va da qualche centinaio di euro alle migliaia. 

Fino ad arrivare alle vere e proprie bici da viaggio che sono adattissime per muoversi in città. Magari la postura è meno comodo, ma sono da tenere in mente se uno pensa di fare diversi km per andare a lavoro ogni giorno e magari non ha spazio per avere diverse biciclette. Certo il prezzo è più alto.


Qui sotto metto un link per vedere diversi modelli:
http://www.lastazionedellebiciclette.com/categoria-prodotto/biciclette/biciclette-urban/
In oltre anche le bici del Decathlon, che non saranno le migliori al mondo, hanno alcuni modelli progettati molto bene e con un rapporto qualità prezzo imbattibile.

2) CREARSI LA BICI: questa per me è l'ipotesi più interessante, se non avete un grande budget ma avete manualità e una certa voglia di cercare il materiale giusto. In questo modo si può avere una bici perfetta e di alta qualità senza spendere 3000 euro. Certo se uno fa i suoi conti, anche solo cambiare copertoni, guaine, pezzi vari, alla fine è una grande spesa, ma a parte che la manutenzione è da tenere in conto, queste spese si possono anche distribuire nel tempo, migliorando il proprio mezzo man mano. Le possibilità iniziali sono due essenzialmente: partire da una bici da corsa o da una mountain bike. In entrambi i casi si parla di bici di un po' di anni, in acciaio. Ci sono poi le vecchie bici "sportive", le più belle erano le francesi tipo Peugeot o Motobecane, ma Italia non sono comunissime e in molti casi sono troppo datate. Per me la scelta migliore in una città italiana abbastanza normale (con qualche salita, strade lastricate o rotte, ecc...) è partire da una MTB fine '80 primi '90.


Possiamo ancora trovare bici di alto livello, con acciaio buono, costruzione ottima a prezzi a volte inferiori a 100 euro (a me è successo). Spendendo qualcosa di più per bici in ottimo stato, eviteremo di spendere poi per metterle a posto. Bici come le vecchie Cinelli, o le Specialized o molte altre erano certo adatte al fuoristrada ma erano anche bici d'avventura, simili a quelle che oggi producono produttori come la Surly su cui era possibile montare portapacchi e altri accessori. Usando copertoni medi, da touring, si possono adattare all'asfalto e agli sterrati. Qui sotto metto alcuni esempi di biciclette di questo tipo adattate all'uso urbano, ma che vanno benissimo anche per gite fuori porta o addirittura viaggi di più giorni. Si può cambiare il manubrio (magari con uno più comodo e alzato oppure con uno da corsa per un assetto più stradale), aggiungere portapacchi, parafanghi (consiglio gli SKS), aggiornare e cambiare freni e cambi e molto altro.











domenica 28 ottobre 2018

Halloween, Samhain, i Santi, i Morti, il Trinox Samoni

Apparso su Le Radici Degli Alberi nel 2014

Oggi, anzi questa notte si celebra in tutto il mondo occidentale la festa di Halloween.
E' da tanti anni che vorrei scrivere due righe su questa festa, ma poi aspetto sempre per fare una ricerca più approfondita, ma direi che è giunto il momento, riservandomi poi di aggiornare questo post.


Molti hanno preso in antipatia questa festa: qualche anno fa un assessore locale fece cancellare tutto quello che riguardava Halloween dagli eventi pubblici, anche se si trattava di feste dell'asilo. Le motivazioni erano religiose (la festa ha caratteristiche pagane o addirittura sataniche ma sicuramente poco cattoliche) e nazionaliste: Halloween è una festa importata dagli Stati Uniti! Questa cosa preoccupante, ricordava certi periodi nefasti che oggi stanno tornando sempre più attuali. Altri ancora detestano questa festa ancora perché viene dagli Stati Uniti, ma per motivazioni opposte: si tratta di imperialismo culturale. Per una volta vorremmo demolire queste teorie, visto che anche se presa superficialmente si tratta di un'allegra festa, un'occasione in cui divertirsi con gli amici e se questo non è abbastanza, basta documentarsi 5 minuti per capire che è molto più "nostra" di quanto non possa sembrare subito.


NOME: Certamente il nome ci è arrivato dai paesi anglosassoni, ma cosa significa? Semplicemente "notte di tutti gli spiriti santi", All-Hallows-Eve, nonostante la provenienza non è di origini germaniche ma celtiche, quindi niente di incredibile. E' esattamente la traduzione letterale di “Notte di Ognissanti” e In tutte le tradizioni europee (e non solo) in questi giorni (fine ottobre, primi di novembre) si pensava che i portali tra i mondi si riaprissero e che i morti tornassero tra i vivi. Questa idea è ovviamente sopravvissuta anche tra le feste cristiane, con i giorni dei santi e i giorni dei morti appunto. Questo periodo “magico” di apertura ha in questi giorni il suo picco massimo e dura fino all'epifania quando la Befana (o uno degli spiriti equivalenti della tradizione alpina) arriva e si riprende tutti gi spiriti erranti. Ma di questo parleremo un'altra volta.



FOLCLORE POPOLARE LOCALE: Ricordo molte storie personalmente: entrambe le mie nonne raccontavano (entrambe di origini contadine, una di Conegliano Veneto e una di un paesino dei colli Tortonesi) che quando erano piccole in queste notti fosse usanza lasciare piccoli doni e candele per i morti fuori dalla porta e anche fare piccole lanterne con zucche e rape. Un'altra cosa che ricordo, anche se un pò nebulosamente era quella di preparare un letto vuoto nel caso qualche defunto volesse tornare in casa. Diciamo che era la notte in cui "le porte" si aprivano e i cari estinti potevano ritrovarsi con i vivi. Ovviamente questa festa è stata cristianizzata, come molte altre ed è arrivata fino a noi. Bisogna dire che più che essere cristianizzata è stata inglobata nella religiosità popolare che in qualche modo riesce a conservarsi da millenni.

SAMHAIN e TRINOX SAMONI: Di solito si ricollega questa festa alla tradizione celtica. Come sappiamo non si può parlare di un popolo celtico, ma di una cultura celtica molto varia che si allargava in gran parte dell'Europa. Questo insieme di simili usanze e credenze fu, tra l'età del ferro e fino alla conquista romana, la cultura principale in Europa e si estendeva dalla Spagna alla Turchia, dalla Scozia all'Italia. Bisogna ricordare comunque i punti in comune tra i popoli detti celtici e gran parte delle popolazioni italiche le cui lingue erano molto simili così come usi e divinità. Tradizionalemnte si fa spesso l'errore di considerare i Celti un popolo del Nord simile ai Vichinghi, purtroppo. E' una credenza sbagliatissima, basti solo pensare che i Celti ebbero il loro massimo splendore tra il 700 e il 50 a.c. Mentre i Vichinghi si svilupparono in pieno medioevo grosso modo tra l'800 e 1050 d.c quindi c'è circa un migliaio di anni di differenza. In oltre anche se parliamo sempre di popoli indoeuropei, a livello di origine e cultura Celti e Romani erano molto più vicini che Romani e Greci o Celti e popoli nordici come si è soliti pensare. Basti pensare alla lingua: ci sono più somilianze tra il gaelico e il latino che non tra latino e greco. Nel numero 4 de “La Voce Degli Alberi” ad esmpio abbiamo parlato delle origini celtiche dei nomi dei principali fiumi della nostra provincia (il testo è leggibile sul nostro sito). Tutta questa introduzione serve a dire che anche se quando parliamo di questa festa, a parte il nome “cristiano” di Halloween o localmente Ognissanti, usiamo uno dei termini gaelici “Samhain” di origini inglesi, vedremo ora che è un termine molto più famigliare di quanto si possa pensare. L'unica vera testimonianza delle festività celtiche e del calendario che questi popoli seguivano, ci è arrivata direttamente tramite il Calendario di Coligny e sappiamo che la festa di Trinuxtion Samoni, o Trinox Samoni. il Samonions ed era una delle feste principali, forse la principale, il capodanno celtico, indicava comunque la vera fine dell'estate. Questo Calendario è inciso su una lastra metallica utilizzando l'alfabeto latino e rappresenta una delle pochissime testimonianze scritte dei Druidi. E' stato trovato nella località omonima ed è conservato nel museo Gallo-Romanio di Lione (a poco più di 3 ore di macchina da qui).

Ma l'origine Celtica non è la sola, infatti ad inizio secolo erano ancora vive simili tradizioni (e in parte lo sono ancora oggi) anche in parti d'Italia in cui l'influenza non è mai stata provata (Puglia) o addirittura inesistente (Sardegna, Calabria).

martedì 25 settembre 2018

E' arrivato l'Autunno!

Fare la danza del cervo, pensando al dio cornuto e ai luoghi selvaggi, possibilmente farlo in luoghi selvaggi, oppure appendere foto che li rappresentano. Utilizzare delle corna, dei rami per imitarle, oppure usare le proprie mani. Meditare su come gli animali e la natura si preparano all'Inverno. Andare nella foresta e danzare tra gli alberi, guardando le loro forme, come si intrecciano, giovani vecchi e alberi morti.

mercoledì 5 settembre 2018

Preghiera Druidica della Pace.


...
Profondamente dentro il fermo centro del mio essere 
possa io trovare la Pace 
Silenziosamente dentro la quiete della Radura 
possa io condividere la Pace 
Dolcemente dentro il più grande cerchio dell’umanità 
possa io irradiare la Pace.
...
In english:
Deep within the still center of my being, 
may I find peace. 
Silently within the quiet of the Grove, 
may I share peace. 
Gently and powerfully, within the greater circle of humankind, 
may I radiate peace.



I druidi sono sempre stati portatori di pace. Nonostante fraintendimenti e malafede, sappiamo che anche nell'antichità molte volete i druidi di diverse tribù si trovavano prima della battaglia e chiedevano ai guerrieri se erano proprio sicuri che non ci fossero alternative. Prima di chiedere favori o miracoli un druido chiede sempre che ci possa essere pace, per lui e per tutto il mondo.

giovedì 31 maggio 2018

I PRINCIPI DEL DRUIDISMO - capitolo 2

secondo capitolo del libro:
I PRINCIPI DEL DRUIDISMO
di Emma Restall Orr


2


Cominciamo il nostro viaggio fermandoci, mentre imbocchiamo il sentiero, e osservando il paesaggio da cui emerge tale sentiero.

IL SENTIERO TORTUOSO

Non è possibile vedere il sentiero come unico percorso ininterrotto fino al lontano orizzonte. Potremmo credere, o avere la sensazione, che il sentiero della tradizione non sia spezzato, ma il suo andamento non è costantemente chiaro. Vi sono gruppi di druidi che custodiscono testimonianze che fanno risalire la tradizione all'inizio dei tempi, ma in genere si intende che queste non siano tanto fatti storici quanto racconti che guidano l'allievo più in profondità nell”esperienza mistica della sua fede. Così il sentiero che vediamo si incurva sottraendosi alla vista e ricomparendo altrove prima di scomparire di nuovo. In alcuni punti sembrano esserci due o tre sentieri distinti, poi nessuno.
Per coloro che entrano in un'antica tradizione con grande entusiasmo legato alla convinzione che vi sia una linea forte e continua dal druidismo antico all'epoca attuale, trovarsi di fronte a un sentiero spezzato può avere un effetto di disincanto. Eppure il druidismo esiste come tradizione crescente. Come può essere?

Osservando il sentiero, considerate quanto sia per voi importante la questione della continuità. Vi sembra necessario per la vostra dedizione al viaggio sapere che la tradizione ha una storia documentata? Perché?

LE FONTI

Per alcuni druidi moderni, la ricerca di fonti della tradizione è una parte importante della propria avventura spirituale. Tuttavia, a mano a mano che emergono nuove informazioni (sia dal mondo accademico che dalla terra stessa), i fatti divengono meno chiari. I veli romantici che sono stati stesi sulle incertezze negli ultimi 200-300 anni stanno venendo via, rivelando con grande evidenza delle lacune. Dalla preistoria non vi sono praticamente testimonianze che possano consentirci di ricostruire le pratiche spirituali delle isole britanniche. Malgrado l'abbondanza di siti del neolitico e
dell'età del bronzo sparsi sul territorio, non vi è nulla di tale periodo che offra vera chiarezza in termini di divinità adorate o cerimonie celebrate. Con la diffusione della cultura dell°età del ferro in tutta Europa troviamo qualcosa di più, anche se, in confronto all'Europa continentale, nelle isole britanniche non vi è ancora quasi nulla su cui basarsi. Soltanto con l'arrivo dei romani alla meta del I secolo a.C. emerge un quadro più chiaro riguardo alle religioni di questi territori. Tuttavia, poiché il druidismo è stato a lungo collegato alla cultura celtica, le fonti classiche tendono a essere trascurate in favore della letteratura medievale irlandese e gallese. Per alcuni druidi l'opera degli studiosi settecenteschi e ottocenteschi, a sua volta fatta risalire a molte radici differenti, è sufficiente come fonte della pratica moderna. Allo stesso modo, per molti oggi l'interpretazione del druidismo trova la sua fonte nell'opera di scrittori e ricercatori moderni che hanno creato una tradizione nel loro stile panicolare. Però il druidismo non si basa necessariamente su alcuna di queste fonti. In quanto spiritualità profondamente radicata nel territorio, si è evoluto attraverso le esigenze del territorio stesso e della popolazione che ci abita, modificandosi, adattandosi, equilibrandosi proprio come fa il nostro ambiente. Il druidismo del 420 a.C., quando la cultura della lavorazione del ferro si stava diffondendo in Britannia, senza dubbio era molto diverso da quello del 580 d.C., quando il bardo Taliesin scriveva le prime poesie, e le battaglie tribali fra i sassoni e i britanni erano feroci. Trascorsi altri 1200 anni, il territorio, la cultura sono di nuovo molto diversi, con la nascita di un'identità celtica romantica e con la rivoluzione industriale «a tutto vapore». Osservando il paesaggio e vari tratti di sentiero alla ricerca della natura di questa tradizione, ciò che sembra rivestire particolare importanza non è la continuità bensì i colori, i dettagli e le immagini che ci saltano all`occhio.

LE TRACCE PIU' ANTICHE

Le immagini più antiche risalgono a un'epoca in cui il clima della Britannia si faceva gradatamente più caldo e aveva inizio il periodo che chiamiamo neolitico. Qui si riscontrano le prime testimonianze di una pratica spirituale. Le tombe a corridoio del neolitico, sepolcri con camere mortuarie e corridoi risalenti anche al 4400 a.C., sono oggi considerate i più antichi monumenti di costruzione umana sulla terra. Sebbene ne esistano ancora a migliaia in tutta l'Europa occidentale, ciascuno di essi è sufficientemente diverso da scoraggiare ogni tentativo di individuare delle costanti. Ciascuno venne usato nell'arco di molte centinaia di anni, con la collocazione delle ossa ripulite dei morti nella tomba, ma quanto ai riti che accompagnavano questo compito abbiamo scarsi indizi. I corpi, uomini, donne e bambini di tutte le età, venivano scarnificati in mezza dozzina di modi diversi, perfino quelli posti nello stesso tumulo, con metodi che andavano dall'uso del fuoco a quello degli uccelli necrofagi. La zona davanti all°ingresso del tumulo era un luogo di rito, ma cosa venisse fatto e da chi possiamo ricercarlo solamente all'interno della nostra memoria dell'anima. Chiunque fossero i sacerdoti, gli elementi con cui avevano a che fare apparivano dawero potenti. L'energia di queste tombe è ricca, oscura, terrena, nata da un”epoca con poche certezze
quando il mondo era vasto e la natura selvaggia e famelica. Possiamo immaginare di più: che il linguaggio fosse grossolano, le malattie fatali e profondamente temute, l'aria densa di odori e ravvivata da colori, il nostro organismo affidato in maniera cruciale all'istinto per la sopravvivenza. Ogni grado di comprensione dei misteri delle stelle, delle stagioni e delle maree, delle costanti di crescita, dei movimenti delle mandrie selvatiche, della nascita e della morte sarebbe stato profondamente venerato. Coloro che possedevano la conoscenza, per quanto lacunosa o superstiziosa, erano riveriti e temuti.

Trovate il tempo di visitare un ,antica tomba a corridoio. Se non ve ne sono di accessibili, recatevi lì con la fantasia. In un modo o nell 'altro assicuratevi di portare con voi un 'offerta per gli spiriti, gli antenati, i loro dei e i guardiani del luogo. Ricordate che le offerte devono essere rapidamente biodegradabili o commestibili per la fauna locale; I 'ideale è che non ne rimanga alcuna traccia dopo appena qualche giorno. Prima di avvicinarvi alla tomba, sedetevi in tranquillità e rilassatevi, calmandovi al punto di essere in grado di ascoltare. Quindi, tranquillamente e con rispetto, andate fino alla tomba. Camminare attorno al sepolcro, per tutta la sua lunghezza, mantenendovi rilassati, ascoltando. Trascorrete un po' di tempo nella zona davanti all 'ingresso e lasciate vagare la mente,
immaginando cosa potrebbe essere successo lì. Quale sarebbe stato il ruolo del sacerdote? Se la tomba è aperta, quando siete pronti e lo desiderate, entrate nel corridoio. Che cosa provate?
Lasciate la vostra offerta, in pace e con gratitudine. Nell'allontanarvi da quel luogo, fatelo consciamente, staccandovi con rispetto dalla sua energia.

Il clima continuò a farsi più caldo. Nell'arco dei successivi 1500 anni i nostri antenati cominciarono a sviluppare una comprensione dell'agricoltura, abbattendo gli alberi per creare i campi, lavorandoli con diverse coltivazioni. Con la stabilità dell'agricoltura la popolazione cominciò ad aumentare e a diffondersi. Attorno al 3200 a.C. il clima era ormai quasi mediterraneo. Ma proprio in quel periodo qualcosa cambiò e seguirono
circa duecento anni di tremendi sovvertimenti che, a quanto pare, furono causati da violenti conflitti tribali. I terrapieni circolari con fossato che un tempo erano considerati fortificazioni collinari della tarda età del ferro vengono ora fatti risalire a questo periodo di instabilità. Le antiche tombe a corridoio in quasi tutta l°isola furono accuratamente chiuse, utilizzando pietre massicce e inamovibili, forse per sigillare all'interno la potenza degli antichi spiriti ancestrali, forse per assicurare che non venissero disturbati, forse per paura. In Irlanda e nei territori nordoccidentali della Gran Bretagna si costruirono nuovi sepolcri sopra alcune antiche tombe a corridoio, creando strutture sviluppate come Newgrange, il che sottintende che qui vi fosse un atteggiamento diverso nei confronti della religione più antica.
Attorno al 3000 a.C. ritornò la stabilità, ma le cose erano cambiate. Dopo un millennio e mezzo di tombe ovali o rettangolari, l'idea si era modificata, portandoci nell'era del cerchio. Le strutture a terrapieno e fossato divennero' comuni, e molte si svilupparono in cerchi di pali di legno e successivamente di pietre. Alcuni di questi sono i sopravvissuti o sono stati ricreati, come l'enorme anello di Avebury nello Wiltshire o il più piccolo e oscuro cerchio dei Rollrights nell'Oxfordshire. In tutto questo periodo inoltre si costruirono tombe circolari, ciascuna per una sola persona, senza dubbio una figura di rilievo nella struttura sociale; le ossa venivano sepolte e la tomba veniva chiusa
per non essere più riutilizzata.
I sacerdoti di questi popoli avevano un compito molto diverso da quelli del precedente periodo neolitico. L'energia o l'atmosfera di questi siti è più lieve, più aperta; il clima era caldo e fecondo. Era un periodo di crescita e cambiamento, con nuove pressioni che nascevano in una popolazione in aumento.
Alcune di queste possono essere state espresse nella costruzione di Stonehenge, probabilmente la realizzazione più sbalorditiva del periodo. Mentre i cerchi aperti sembrano essere stati costmiti per racchiudere molte centinaia di persone, dando a tutti coloro che si riunivano lì, forse provenienti da molto lontano, la possibilità di vedere la cerimonia, a Stonehenge le cose sono molto diverse. Qui i rituali sarebbero stati difficili se non impossibili da osservare in dettaglio al di fuori dei limiti del piccolo cerchio interno. Le parti finali furono completate attorno al 2000 a.C., evidentemente da un'élìte dominante che cancellò efficacemente la pratica religiosa di tutti gli altri siti principali in un tratto significativo di territorio.

Portatevi in un cerchio antico, di persona sè a distanza accessibile, oppure con la fantasia. In un modo o nell'altro, ricordate di portare offerte appropriate. Può trattarsi di un cerchio di pietre oppure di un terrapieno con fossato o forse di un luogo in cui si trovava un cerchio di legno o di pietre ma dove ora rimane nel paesaggio soltanto una debole traccia.
Una volta lì, rilassatevi, lasciandovi andare mentre sedete presso un albero, vi sdraiate nell'erba o vagate qua e là, avvertendo il tocco della terra sotto i piedi. Lasciate che le impressioni del luogo vi penetrino nei sensi.
Quale ritenete fosse la causa del periodo di turbolenze? Quale sarebbe stato il ruolo del sacerdote nei 1500 anni dell'era dei cerchi? Quali erano le necessità della popolazione? E le necessità della terra?
Consegnate le vostre offerte, in pace e con gratitudine, prima di andarvene, staccandovi con rispetto dal luogo.

L'arrivo del bronzo sembra non aver avuto alcun impatto importante sulle pratiche spirituali delle isole britanniche, né lo ebbe l'arrivo del ferro. Fu prima che la cultura della lavorazione del ferro raggiungesse la Gran Bretagna che ebbe luogo un altro cambiamento e i cerchi vennero abbandonati attorno al 1200 a.C. La causa sembra essere stata il clima.
La temperatura aveva improvvisamente cominciato a scendere, raggiungendo il punto più basso attorno al 1000 a.C. Il cielo limpido e le notti stellate che tanto meravigliosamente si accordavano con i templi di pietre costruiti sulle brughiere e sui prati erano ormai cose del passato. Pioveva. La temperatura crollò ai livelli di quella che è oggi la Svezia meridionale, e senza alcuna chiara prevedibilità del tempo, gli allineamenti solari, lunari o stellari nei templi e nelle tombe divennero praticamente privi di importanza.
La causa di questo mutamento climatico è discussa. L'attività vulcanica in Islanda può avere aggravato il problema, ma forse più interessante per noi oggi è la questione di quanto i primi
agricoltori avessero disboscato le foreste che precedentemente coprivano il territorio. Certamente sappiamo che enormi tratti di terreno disboscato furono riconquistati dalla natura, diventando
palude, che per l'agricoltore dell'età del ferro era non soltanto inutile ma anche pericolosa.
L'attenzione spirituale si spostò dal punto del cerchio in cui il cielo terso toccava la terra alla nuova forza naturale che contrassegnava la vita della popolazione: l'acqua. Le testimonianze archeologiche ora ci rivelano la ricchezza delle lavorazioni metalliche, dei gioielli .e delle armi che venivano offerti ai fiumi, ai laghi e ai pozzi in questo periodo, quando si invocavano gli spiriti dell'acqua.

CHI ERANO I SACERDOTI DI QUESTI POPOLI?

Dopo l'epoca oscura delle tombe, seguita dal caldo dell'epoca dei cerchi, arriviamo all'epoca dell'acqua.
Questa volta fate una passeggiata fino alla fonte di acqua più grande o più vicina a casa vostra, e lì cercate di capirne l 'energia, la potenza e la presenza. Abbiate consapevolezza di tutto ciò che vi dà. Gettate nell'acqua le vostre offerte con gratitudine e rispetto.

CHI ERANO I CELTI?

Viene spesso affermato che i druidi erano i sacerdoti delle popolazioni celtiche. Se le cose stanno così, dove sono i celti nei mutevoli colori e climi delle isole britanniche?
Il termine Keltoi fu usato per la prima volta dagli storici greci del V secolo a.C. per indicare alcune delle popolazioni che vivevano a nord delle Alpi. Fu questa indicazione che gli archeologi del secolo scorso rammentarono quando scoprirono testimonianze di una cultura tribale dell`Austria dell'età del ferro. I reperti, provenienti da quasi mille tombe, furono datati attorno all'800 a.C. ed erano i più antichi manufatti, strumenti e armi in ferro a emergere dalla cultura dell°età del bronzo esistente in tutta Europa. Questa cultura che lavorava il ferro sembrava essere anche la prima a utilizzare massicciamente i cavalli in guerra. Oggetti di bronzo e figure su vasellame dell'epoca ci danno un'idea dello stile di vita, con rappresentazioni di quelli che potrebbero essere considerati musicisti, bardi, danzatori, figure sacerdotali e divinità.
La cultura si diffuse, senza dubbio in parte per via degli spostamenti naturali dei popoli che risultavano rafforzati dalle loro capacità sia in battaglia che nell'agricoltura, ma anche attraverso i commerci e la propagazione di tali capacità. Le prime tracce si ritrovano nella Britannia meridionale a partire dall'inizio del VI secolo a.C. e successivamente sembrano spostarsi lentamente
verso sud-ovest fino alla penisola iberica, verso est fino alla Turchia e verso nord in Scozia e Irlanda. Quando Giulio Cesare parlava dei Celtae, 400 anni dopo i greci, descriveva un popolo della Francia centro-meridionale. È difficile allora distinguere chi fossero i celti. La cultura celtica è semplicemente quella della popolazione europea dell'età del ferro. Quando tale cultura cominciò a penetrare in Britannia, il fulcro della pratica spirituale era costituito dagli spiriti dell'acqua che
tenevano le redini del clima e inondavano la terra.

LE FONTI CLASSICHE

Per molti druidi moderni sono gli antichi sepolcri e cerchi, insieme con le foreste e i fiumi, le montagne e i prati della natura, a costituire il fulcro della spiritualità, offrendo loro una porta verso i misteri. Qualunque manufatto umano dopo l'epoca dell'invasione romana raramente viene considerato sacro di per sé, poiché ora compaiono le popolazioni stesse e si crea un ponte attraverso un collegamento umano. Forse ciò è dovuto al cambiamento negli indizi: d'ora in avanti sono le persone a fornirli.
Gli scritti dei generali e degli storici romani ci forniscono le prime testimonianze (seppure politicamente di parte) delle antiche religioni. Il quadro che dipingono è quello dei druidi costituenti un'elite istruita nella società incontrata dai romani, influente in affari politici e giuridici. in filosofia, storia e istruzione, guarigione e magia, oltre ad avere la funzione di presiedere o eseguire cerimoniali religiosi.
Alcuni scrittori, come Tacito e Strabone, i quali scrivevano in un'epoca in cui la Gallia era sotto il dominio romano e la Britannia quasi sconfitta, sottolineavano la natura barbarica di tale cultura, delle sue leggi e della sua religione. Con zelo quasi missionario sollecitano a «civilizzare» le tribù secondo il senso dell'ordine e i princìpi romani e aborriscono l'apparente uso di sacrifici umani (anche se si può osservare che, nello stesso tempo in cui si diceva ciò avvenisse, in Gallia erano ancora in piena attività i sanguinari giochi circensi a Roma). Altri scrittori, però, come il greco Ippolito, erano maggiormente interessati alla filosofia e all'erudizione dei druidi, che apparivano loro degne di onore al di là della degenerazione decadente della loro stessa cultura.

IL TERMINE «DRUIDA»

Giulio Cesare fu uno dei primi a scrivere dei druidi, nel I secolo a.C., e fu uno dei pochi che effettivamente conobbe un druida: il capotribù Diviziaco. È attraverso l'opera di Cesare che
troviamo per la prima volta il termine gallico «druida››, il quale sottintende che non si trattasse di semplici sacerdoti, ma che detenessero anche un significativo potere politico. L'origine del
termine è però discussa. Generalmente si ritiene che la prima parte derivi da un termine che significa «quercia», che in molte lingue europee è simile a druí: drus in greco, daur in irlandese, derw in gallese (dove druida si dice derwydd). La seconda parte può derivare dalla radice indoeuropea wid, che significa «sapienza››. Il druida allora si ritiene sia «colui che detiene la sapienza della quercia».

UNA TRADIZIONE ORALE

Uno degli indizi che ci tramanda Cesare e che il centro di formazione dei druidi. all'epoca dei suoi scritti. era la Britannia. dove si riteneva avesse avuto origine tale filosofia e la pratica religiosa.
Tuttavia. ciò suscita ulteriori interrogativi poiché se il druidismo e emerso in Britannia e la cultura celtica proveniva dall'Europa centro-orientale, il druidismo era forse la spiritualità della Britannia prima dell'arrivo dei celti? l sacerdoti erano forse conosciuti con un nome diverso. anche se la loro ideologia era sempre la fonte del successivo druidismo? La pratica si sviluppò dalla mescolanza fra la cultura celtica e il territorio della Britannia?
Per molti druidi questi interrogativi non sono però pertinenti: il druidismo è una spiritualità del territorio' e della popolazione, i quali cambiano. si evolvono. si adattano. Molti ritengono che la fede fosse ispirata dal paesaggio, dal clima, dalle tribù e dai loro antenati della Britannia. Tuttavia non vi fu mai un punto d'inizio, soltanto un'evoluzione graduale. Sappiamo per certo che i druidi non misero mai per iscritto alcun aspetto della loro religione. Una ragione di ciò era senza dubbio ridurre il rischio che i loro insegnamenti fossero dissacrati e male utilizzati. ma anche il fatto che essa, in quanto tradizione orale. tenesse in altissima considerazione la potenza della mente e della memoria, senza rischiare mai di finire con il legarsi a un”unica scrittura o un unico insieme di profezie. Rimaneva viva, sfuggendo alla delimitazione, prendendo forma attorno a ogni nuovo influsso che si rivelasse degno.

Molti sono attirati verso il druidismo da una profonda connessione interiore con la parola «celtico››. Potranno avere un legame di sangue con la Scozia o l'Irlanda gaeliche oppure con
le antiche popolazioni britanniche del Galles o della Cornovaglia. Qual è la vostra connessione?
Trovatevi un paio d 'ore di tranquillità e mettetevi a sedere davanti a un foglio di carta. Al centro scrivete la parola «celtico», lasciando fluire la vostra creatività, decorando la parola finché diventa un'immagine focale. Usate i colori se vi aiutano a esprimere ciò che desiderate. Da quella parola centrale lasciate fluire liberamente la vostra mente, trascrivendo parole in una rete di associazioni collegate.
Che cosa vi rivela la pagina?

IL CONTRIBUTO DEI ROMANI

I romani cercarono effettivamente di spazzare via i druidi, tuttavia non era la loro religione a minacciare gli imperialisti romani, politeisti e pagani, bensì il potere politico che i druidi
detenevano sulle tribù. Su tale questione sono state esposte molte idee e ipotesi, con vari investimenti emotivi e intellettivi nel soppesare le argomentazioni, ma non abbiamo fatti storici
chiari.
Sappiamo per certo, tuttavia, che l°influenza dei druidi era significativa, su capi e re, rotte di commercio e dispute, atteggiamenti verso le popolazioni in arrivo. I romani non giungeva-
no però con lo scopo di insediarsi, venivano per assumere il comando, e tutto quanto avesse valore per ogni regno britannico, le risorse naturali e umane, i legami commerciali e la conoscenza, era sotto la supervisione dei druidi. Non sorprende allora che i druidi fossero spesso i più battaglieri nelle insurrezioni contro gli eserciti conquistatori.
A mano a mano che le truppe romane si spostavano in tutta la Britannia, l'influenza dei druidi diminuiva. Il loro ruolo non fu mai più lo stesso, anche se in Irlanda e nei territori più estre-
mi della Scozia, che i romani non raggiunsero mai come esercito di conquista, la loro attività continuò. In Irlanda vi è menzione di un druida ancora all°opera come consigliere del re di
Cashel nel X secolo, ma ormai era giunta la successiva ondata proveniente da Roma: il cristianesimo.
L'invasione romana non fu contrastata dappertutto. In fin dei conti si trattava di una cultura forte, ricca di erudizione, letteratura, arte e progresso tecnico. Vi furono molti re tribali e molti druidi che l'accolsero bene. Nell'arco dei 400 anni in cui Roma regnò nelle isole britanniche si sviluppò una cultura mista romano-britannica, che prima dell'arrivo del cristianesimo fu una
meravigliosa miscela pagana.
In termini di fonti da cui i druidi moderni possano comprendere i loro antenati spirituali, i romani non lasciarono soltanto i loro scritti, ma anche quadri e iscrizioni riguardo alla natura degli dei. Da buoni pagani, i romani precristiani che giunsero sulle coste britanniche si rivolgevano automaticamente agli spiriti e alle divinità del territorio perché li guidassero e li aiutassero nel loro cammino su questo suolo: senza la protezione, il nutrimento, l'accettazione del territorio, i romani sapevano che non sarebbero stati in grado di sopravvivere.
Vi sono molti esempi di templi di costruzione romana che sono semplicemente uno sviluppo di un precedente sacrario celtico. Vi sono anche esempi di romani che onoravano sui loro altari gli spiriti della terra che consideravano essere le divinità locali, accanto al dio o agli dei che si erano portati dietro dalla madrepatria. È attraverso queste iscrizioni che i druidi moderni stanno scoprendo i nomi degli antichi dei.

Passate un po' di tempo a riflettere sull'influsso dei romani, così come avete fatto per i celti.
individuate l'ubicazione di un sito romano-britannico, magari con l'aiuto della vostra locale biblioteca. Se possibile, andateci. Trascorretevi un po' di tempo vagando liberamente, rilassandovi, ascoltando. Cosa provate, cosa immaginate?
Ricordate di portare con voi un 'offerta appropriata da lasciare come dono di rispetto e ringraziamento, e di staccarvi completamente e consciamente quando vi allontanate da un luogo antico o sacro.
Se non potete recarvi a un sito romano-britannico, potete organizzare una gita a una località ben nota, come le terme romane di Bath, nel Somerset, sacre alla dea britannica Sulis e
alla dea romana Minerva.

Quando l'impero era sotto l'attacco dei barbari a metà del V secolo, il ritiro romano dalla Britannia fu in effetti soltanto una rimozione degli organismi militari e governativi. Coloro che erano giunti con l'impero e si erano stabiliti in Britannia rimasero in quello che era ormai un territorio riccamente multiculturale, in cui la diversità degli influssi era stata nutrita dal libero movimento delle persone e dei commerci in tutto il mondo romano. Era un territorio, però, che nel V secolo aveva ormai una forte classe dirigente costituita principalmente da cristiani.
Questa miscela di influssi lasciò il segno sulla religione indigena delle isole britanniche, ma quando gli eserciti romani se ne andarono non trascorse molto tempo prima dello sbarco di nuovi invasori sulle coste orientali, a cominciare dai sassoni e a seguire con i vichinghi danesi, due popolazioni pagane che giunsero in una Britannia dominata principalmente da re cristiani.

I RACCONTI MEDIEVALI

Con l'influsso dei druidi ridotto sotto il dominio romano, e poi con la tirannia del nuovo cristianesimo, l'essenza della fede soprawisse in maniera particolarmente forte attraverso l'arte dei
bardi. La prima fonte scritta sulla tradizione druidica di origine non classica risale alla fine del VI secolo: la letteratura dei bardi medievali del Galles e dell'Irlanda.
I bardi facevano parte della casta dei druidi e, sebbene gli indizi siano scarsi, si ritiene che il processo per diventare druida comportasse molti anni di addestramento tra i bardi, apprendendo le storie e le genealogie del popolo servito dai druidi. Il molo dei bardi era affermare l'identità della tribù e la forza del re, spesso con genealogie che risalivano agli dei. Con instancabili elogi i bardi lodavano il coraggio dei guerrieri e la bellezza delle donne, divertendo e descrivendo riccamente le virtù di coloro che li mantenevano.
I bardi non erano considerati una minaccia per gli invasori romani e proseguirono nella loro funzione di intrattenitori e cantastorie, ora non soltanto conservando le conoscenze del loro mestiere ma anche portando con sé gran parte della sapienza dei druidi, avvolta in un tessuto diverso. Quando le loro scuole non venivano trasformate radicalmente dallo sviluppo romano o cristiano, proseguivano con gli antichi insegnamenti. In effetti, soltanto nel XVII secolo fu chiusa l”ultima scuola di bardi in Irlanda e appena all'inizio del XVIII secolo in Scozia.
Nel VI secolo i sassoni erano ormai in movimento verso ovest alla ricerca di terre ove stabilirsi, e coloro che non potevano o volevano tollerare il cambiamento venivano respinti a occidente, verso il Galles e la Scozia meridionale. Ciò suscitò due filoni di interesse nelle popolazioni che si trovavano sotto tale pressione: il primo in quei nuovi arrivati che erano curiosi riguardo alla cultura che la loro presenza stava diluendo, se non distruggendo; il secondo in quelle stesse popolazioni che provavano una crescente necessità di preservare tale cultura.
Chi erano queste genti? Erano i romano-britannici con, ai margini, le tribù britanniche che erano state leggermente meno influenzate dai 400 anni di civilizzazione romana. Quanto alla loro cultura, ormai la lingua britannica aveva assorbito un bel po' di latino, per struttura, suono e lessico, al di sopra degli influssi celtici che si erano diffusi precedentemente in tutta Europa. Con le nuove invasioni si incontrava ora con la lingua dei sassoni germanici e fu attorno a quest'epoca, come asserzione di identità britannica, che fu creata la lingua che oggi chiamiamo gallese medio. Era una lingua estremamente complessa che forse non fu mai parlata liberamente, ma fu escogitata dai bardi come lingua della poesia da cantare o cantilenare e come mezzo per preservare una cultura ancestrale minacciata.
In Scozia la popolazione dei pitti era stata respinta verso nord dall'invasione irlandese attorno al 300 d.C. e la lingua gaelica irlandese era divenuta dominante, spazzando via efficacemente
quella dei pitti precedenti.
Così la maggior parte della prima letteratura irlandese e gallese si sviluppò non come progressione naturale dalla tradizione orale alla lingua scritta, ma come espressione determinata dell'identità culturale.
Alcuni storici affermano che la tradizione tanto meravigliosamente espressa da tali libri fosse già morta e che gli scrittori andassero a ripescare, attraverso un divario di alcune centinaia d'anni, una cultura di cui avevano scarsa comprensione. Certamente le storie, le poesie e le canzoni non sono una pura rielaborazione degli antichi racconti. Sono scritte con un rivestimento distinto seppure meravigliosamente creativo sia di influssi greco-romani sia del cristianesimo, che era la fede praticata dalla maggioranza degli autori. Tali influssi non soltanto si intrufolavano dentro per il fatto di essere la mentalità dell'autore, ma anche come consapevole mano censoria, modificando il
centro dell'attenzione e rielaborando i racconti in modo da includere il loro dio o i loro dei.
Per molti druidi moderni questi racconti sono di eccellente valore come fonti di ispirazione spirituale e non diminuiscono di pregio per via di tale miscela di culture. Sono un'altra espressione dell”evoluzione di una spiritualità che onora la creatività e gli dei di tutto il creato.

FONTI DI ISPIRAZIONE

Pertanto le fonti storiche del druidismo non sono interamente chiare. Il sentiero è tortuoso e da lontano appare piuttosto accidentato. Eppure per chi vi sta sopra, per chi avverte la terra,
i ciottoli e l'erba sotto i piedi, è una fiammata di colori selvaggi.
In quanto religione delle isole britanniche, della loro flora e fauna, e del potere dei doni che ogni spirito ha apportato alle loro coste, della profonda sapienza dei loro sacerdoti, questa tradizione offre alla persona che si guarda indietro alla ricerca di ispirazione migliaia di luoghi in cui immergersi e respirare profondamente. E se noi intendiamo il druidismo come una spiritualità il cui fulcro è la ricerca di ispirazione divina e perfetta, un'ispirazione che ci fornisca una profonda conoscenza e libertà, una vera creatività, dobbiamo anche accettare che ogni anima trovi tale fonte a modo suo.

I PRINCIPI DEL DRUIDISMO - capitolo 1


primo capitolo del libro: 
I PRINCIPI DEL DRUIDISMO
di Emma Restall Orr

1


CHE COS'E' IL DRUIDISMO?

Se davvero volete saperlo, smettete di leggere per un po'. E in uno zaino ínƒilate un po'di cibo, frutta secca, un paio di mele, quello di cui vi sembra di aver bisogno, e qualcosa da bere. Vestitevi a seconda delle condizioni atmosferiche, prendete un maglione o un impermeabile se necessario. Poi fermatevi per un attimo. Guardatevi attorno. E camminando lentamente per la casa prendete nota di tutto ciò che esprime chi siete, cosa avete creato, cosa è in corso di svolgimento, cosa sperare di essere, o di essere considerati. Osservate cosa ha valore per voi e cosa no. Scegliete qualcosa che incarni, realmente o simbolicamente, ciò che apprezzate di più, ciò che vi ha dato di più, consentendovi di scoprire le capacità e le certezze che sapete di avere. Dovete essere pronti ad
abbandonarlo, a regalarlo, eppure deve essere per voi sufficientemente significativo da rendere profondo, perfino difficile, Fatto di abbandonarlo. Mettetelo nello zaino o in tasca e uscite di casa, in treno, in auto, in bicicletta o a piedi portatevi al di fuori degli edifici, dell'asfalto e del cemento, arrivando in un paesaggio che sia il più possibile vicino al mondo naturale selvaggio, lontano da strade, rumore e affollamento, lontano dai campi di coltivazioni irrorate e dal metallo che arrugginisce. Dovunque vi troviate la storia è vostra. Potrete essere in un 'aperta brughiera, con il ronzio delle api in mezzo all'erica e il vento che turbina attorno agli abiti. Potrete essere nel bosco, con ramoscelli che si spezzano sotto i piedi, nelle narici l 'odore delle foglie marcescenti. Potrete essere in un parco, sotto un salice sulla riva di un laghetto, cullati dal tubare dei colombi, mentre la città che vi racchiude scompare delicatamente nella tranquillità. Ciascuno di noi ha una percezione diversa di cosa significhi selvaggio e naturale (ma sia abbastanza sicuro da trovarvisi da soli). Dovunque sia, restate li, per un 'intera giornata, per qualche giorno, a camminare, osservare, percepire, sedere, ascoltare: voi stessi, il mondo che vi circonda. Ascoltare qui non è una cosa da fare con un qualche sforzo. È un processo in cui si acquisisce consapevolezza, senza dare
giudizi, senza essere tenuti a reagire o a rispondere. E mentre ascoltiamo i nostri sensi corporei cominciano a svegliarsi. Consciamente cominciamo a respirare attraverso i pori, a odorare con la pelle, a osservare e percepire con il nostro sottile corpo energetico. E così facendo gli effetti della nostra presenza cominciano a esercitare un minore impatto sul mondo che ci circonda. Passate un po' di tempo ad ascoltare in questo modo, e quando vi fermate a mangiare condividete il vostro cibo, apertamene e con gratitudine, restituendone più di un po' alla terra, lasciandone una catasta in un luogo nascosto dove potrà essere trovato dalle creaturine e dagli esseri fatati, spargendo briciole sul terreno, versando una buona sorsata nel suolo o nella sabbia. Quando avvertite che la vostra presenza ha cominciato delicatamente a fondersi con l 'ambiente in cui vagate, lasciate che la mente rifletta sulla vostra ricerca, sul vostro desiderio di saperne di più riguardo all 'antica tradizione del druidismo. Qual è la vostra motivazione? Che cosa sperate di acquisire? Che cosa vi aspettate? Come potrà cambiare la vostra vita? Chi sperereste di incontrare e quale aspetto avrebbe? Che cosa vi verrebbe chiesto? Se ascoltate con mente aperta, resa tranquilla dalla mescolanza fra il vostro senso del sé e il mondo naturale, le risposte che emergeranno saranno il vostro primo assaggio di druidismo. intrecciata in tali risposte ci sarà una chiarezza che vi insegnerà più di ogni parola scritta. Attraverso tali risposte emergerà anche una comprensione del primo passo che dovrete compiere nel viaggio all'interno di questa tradizione. È giunto il momento di lasciare il vostro dono, come offerta sia alla terra che vi nutre, sia a coloro che hanno percorso il cammino prima di voi, agli antenati druidi che vi guideranno lungo la via. Sta a voi decidere come consegnare il dono. Potrà essere sistemato sull'incurvatura di un albero, gettato nell 'acqua o lasciato a un ente di beneficenza durante il ritorno a casa. La natura del dono e la natura del vostro mondo, insieme con un po' di buon senso e di sensibilità ambientale, renderanno chiare le possibilità. L'aspetto importante è l'atteggiamento con cui viene Offerto, e l'atto di lasciarlo andare. E se non vi sembra, sinceramente, di avere raggiunto un punto in cui possiate offrire il vostro dono, lasciandolo andare consciamente con gratitudine, allora tornate un altro giorno, e un altro e un altro ancora. Ma non proseguite nella lettura finché non lo avete fatto.

IL VECCHIO

Da qualche parte della nostra mente vi è quel vecchio druida che tutti noi consideriamo l'originale, il prototipo. È magro, sulla settantina, alto circa un metro e ottanta, con lunghi capelli bianchi, spettinato, e con una barba bianca piuttosto lunga che termina a punta. Indossa una semplice veste biancastra con un lungo mantello scuro sulle spalle, le ampie pieghe di un cappuccio, sandali ai piedi. In mano potrà avere un ramoscello di vischio, un falcetto d'oro o un bastone di legno riccamente ornato.
I dettagli possono variare a seconda del nostro intuito riguardo alle caratteristiche che esprimono le qualità da lui certamente possedute, ma che sia un po' più alto, un po' più in carne, con occhi scuri o azzurri, possiede aspetti di uomini anziani, sensibili e potenti, che abbiamo incontrato nella nostra vita, insieme con immagini tratte da libri di fiabe e fumetti che abbiamo letto, film che abbiamo visto. Che sia biondo o bruno, il vecchio druida è una fonte di sapienza universale e profonda. Muovendosi con una serenità distaccata dalle cose del mondo, mescola gentilezza ed età con un'invulnerabilità assoluta. A molti appare essere un'incarnazione del territorio della Gran Bretagna, dell'Irlanda e della Bretagna, orgoglioso della sua dignità, le colline ondulate, le brughiere selvagge e le notti tempestose, caotico come le loro siepi di arbusti, e scontroso come non mai. Sentiamo che il druida potrebbe parlare con gli uccelli, evocare il tuono, affrontare senza timore qualunque uomo. Soprattutto, questo vecchio druido che si aggira nella nostra mente, sfregandosi il mento e
immerso nei pensieri, che racconta le sue verità con un tocco di ironia, è quasi certamente e decisamente un «lui››.

LA REALTÀ

Questa figura archetipica svolge un ruolo persino tra coloro che sempre più numerosi praticano oggi il druidismo. Per una minoranza l'immagine del vecchio potrà far parte dell'incentivo a ricercare questa tradizione, stimolando la fantasia, ma per molti druidi è ciò che sta al di sotto dell'aspetto del vecchio (la sua forza spirituale, la certezza e la flessibilità, la sua connessione con il mondo naturale, la sua sensibilità e sapienza) a costituire una potente fonte di ispirazione. Alcuni potranno confessare un incanto infantile per i druidi destato dalle storie di Merlino, Gandalf o Panoramix, i quali si riuniscono tutti nel vecchio e saggio mago del nostro retaggio culturale collettivo. E quando qualcuno che non sa nulla del druidismo moderno viene a sapere che vi sono davvero druidi che ancor oggi praticano tale fede, spesso è proprio quell'immagine a balzare alla mente. Eppure quando osserviamo i druidi moderi il quadro è ben diverso. Ci troviamo di fronte a una varietà enorme che, a mano a mano che sempre più persone scoprono questa tradizione, si fa via via più ampia e ricca di varianti. Pure in crescita è il numero di Ordini e piccoli gruppi, ciascuno dei quali trova ispirazione e dà espressione a un aspetto diverso di questa tradizione, ciascuno con priorità diverse, caratteristiche e accenti diversi in materia spirituale e rituale. Le qualità fondamentali del vecchio sono ancora presenti, come un profumo nell'aria, ma lui è raramente una presenza ovvia. Un druida oggi può benissimo essere una donna anziché un uomo e può provenire da qualunque ambito sociale, religioso o formativo, può avere qualunque condizione economica, qualunque sessualità e razza o nazionalità. In questa tradizione arrivano persone di ogni età, dai figli dei dmidi ai membri più anziani della società. Urbano o rurale, il druida può essere un avvocato ambientalista, un insegnante elementare, uno studente di arte, un'infermiera, un contabile, uno che vive in una capanna in un accampamento di contestatori oppure uno che gestisce un”azienda di consulenze informatiche in una città grande o piccola...
Nel druidismo non vi è traccia di «evangelismo››, per cui i druidi, sebbene sperino di vivere le proprie convinzioni con coerenza, per la maggior parte non rendono nota la natura della loro spiritualità. Molti lavorano o vivono accanto a colleghi i quali non hanno idea che loro pratichino il druidismo. Così il druida può essere la manager con computer portatile oppure la cameriera della tavola calda oppure quel magazziniere dai baffi ridicoli, il direttore marketing che sembra così alla mano, il fotografo al matrimonio, il consulente, la mamma della fidanzata... Queste persone così diverse possono celebrare la loro spiritualità in enormi riti pubblici o in piccole riunioni private o in
allegra solitudine. Una cerimonia druidica può essere selvaggia e spettacolare, una riunione di notte nel profondo del bosco, con colore e canti e tamburi e falò, oppure può essere intensa nella
profondità della sua calma, riflessiva e precisa, in una stanza a lume di candela che risuona delle parole di antiche poesie. I druidi moderni possono anche cambiarsi quando si preparano per i riti, le feste e le preghiere: la valigetta o la cassetta degli attrezzi lasciano il posto a un'arpa o un calice, la mente è spalancata per la danza del rito, l'abito o i jeans di ogni giorno vengono sostituiti da vesti ampie o altri indumenti speciali di colore blu e verde, oppure rosso e oro, o multicolori, spesso realizzate in tessuto naturale non tinto, alcune semplici, altre meravigliosamente ornate.
Quale che sia la celebrazione, un obiettivo fondamentale è vivere e respirare la filosofia. Così il vecchio che costituisce l'archetipo del druida nella nostra cultura viene capito dal ragazzo che sta seduto immerso nella quiete a suonare l'arpa, indossando una veste di colore verde scuro, sotto i vecchi faggi, così come dalla donna che medita davanti al suo altare immacolato, scivolando nel suo concetto più chiaro di luce perfetta, con una veste bianca orlata di viola e rosso, a riflettere sul problema che le è stato chiesto di risolvere. Eppure ciò che questi due hanno preso da tale archetipo, consciamente o no, per ispirare la loro espressione di una spiritualità che entrambi chiamano «druidismo››, può essere assai differente. E che dire della sacerdotessa con piume fra i capelli che percorre a piedi le brughiere fino all'antico cerchio di pietre, cantando alla sua dea, ridendo con
elfi e folletti che le corrono accanto? Questa donna ha un collegamento con l”archetipo ancora diverso, così come il sacerdote dal copricapo di corna che al margine di un campo di orzo ondeggiante invoca con voce tonante il suo dio del sole glorioso. Dal saggio allo stregone, dall'eremita al consigliere di corte, dal selvaggio dei boschi al guaritore di villaggio, dal cantastorie al veggente, le immagini del «druida›› percepite da chi ora entra in questa tradizione sono quasi altrettanto varie dei druidi stessi.
Allora cosa mette assieme tutte queste persone come allievi attivi e celebranti di un'unica tradizione? Che cos'è il druidismo?

IL TERRITORIO IMMERSO NELLA NEBBIA

Le aree di interpretazione comune in cui si riconoscono i druidi sono quelle fondamentali per il druidismo moderno nel suo insieme. Sono queste che guidano il comportamento del druida, la sua etica e le sue relazioni. Quando si tratta di pratica rituale, il terreno comune è spesso meno ovvio, seppure profondamente implicito. Per scoprire l'essenza del druidismo dobbiamo andare molto al di là dell'archetipo del vecchio druida in bianco con gli occhi sfavillanti, che ritorna al territorio da cui è emerso. Soltanto recandoci in questo luogo possiamo sperare di capire che cosa induca a praticare ancora questa fede, con la sua ricchezza di individualità, creatività e celebrazione. Il druidismo è un territorio che è sempre esistito, eppure da migliaia di anni è immerso nella nebbia. Se ne sia mai stato privo è solo questione di congetture, una memoria onirica dell'anima. È un territorio che conosce la nebbia e se ne compiace. Non è un luogo comodo in cui vivere per un”anima incarnata, sebbene sia possibile recarvisi. La nebbia non è impenetrabile, ma il viaggio può essere difficile: la visibilità è spesso minima (seppure a volte improvvisamente e sorprendentemente chiara)
e vi sono pericoli. Se dovessimo viaggiare verso questo territorio partendo dal nostro, magari volando sul dorso di un falco smeriglio, faremmo meglio a non tentare un atterraggio nella nebbia. Tuttavia nel1'arco degli ultimi millenni varie regioni di questo territorio, quasi sempre alture, colline e montagne, sono emerse dalla nebbia. Viste dal dorso del falco hanno l`aspetto di isole su un mare grigio lattiginoso. La vegetazione può essere simile, e così gran parte della fauna, e se noi siamo abbastanza sensibili da avvertirne l'energia, l'atmosfera, possiamo ritenere che vi sia qualche
antica connessione.
Quando una zona emerge effettivamente dalla nebbia, la notizia si diffonde tra coloro che sono interessati a tale territorio, che viene allora visitato da molte persone ansiose di percorrerne le antiche foreste e i prati, attraversarne le brughiere e le montagne, scoprendo antichi sentieri o creandone di nuovi. Alcune parti che emergono non rimangono visibili ai lungo, ma scompaiono di nuovo nella nebbia, per essere visitate soltanto da mistici e pazzi.
Alcune zone rimangono visibili per centinaia di anni, per cui coloro che le visitano modificano il paesaggio con la loro presenza, domando l'ignoto selvaggio, rendendolo più accessibile a chi seguirà. Altre regioni vengono rivendicate da coloro che le hanno visitate, e si costruiscono alte mura che rendono il territorio una proprietà esclusiva. Alcune zone sono inabitabili, troppo elevate o instabili, ma la loro vista riempie di soggezione l'osservatore.
Da qualunque via ci si awicini a questo territorio, dovunque si tocchi terra, non è possibile vedere l'intero paese. Eppure dai viaggi in differenti regioni dove vi sia stata aria tersa e dalle discese nella nebbia possiamo pervenire a una comprensione della natura del territorio.
Sul dorso del falco, se verrete con me, coglieremo un barlume di ciò che sta immerso nella nebbia. E se ascolterete bene, mentre faremo il nostro viaggio, io vi parlerò di ciò che so esserci sotto quel mare grigio e magico. IL PROBLEMA DI TROVARE UNA DEFINIZIONE In una tradizione spirituale in cui vi sono tanti modi di vedere differenti è quasi impossibile trovare una definizione onnicomprensiva. Si sono riuniti dei gruppi per studiare tale questione, sia seriamente sia con umorismo alimentato dalla birra, sia per studiare le antiche leggi irlandesi di Brehon, sia per contemplarsi l'ombelico. Ma, semplicemente, non vi è alcuna sacra scrittura a cui possano fare riferimento tutti i druidi. Non vi è un unico dio, e nemmeno un unico pantheon, che tutti i druidi riveriscano come forza di guida divina. Non vi sono profeti che abbiano dettato grandi verità insieme con obblighi rituali, ma soltanto mescolanze di eroi storici e mitici. Sotto molti aspetti il druidismo è perfino più complesso del paganesimo o di un'altra vasta spiritualità come l'induismo. È
una fede realmente politeistica, entro la quale si possono trovare spazio e onore per qualunque divinità o concetto di divinità, insieme con i loro sacerdoti, devoti e filosofi. Ve ne sono molti
in questa tradizione a chiamarsi cristiani, mentre alcuni asseriscono che il druidismo non è affatto una religione, e nemmeno necessariamente una spiritualità, ma semplicemente una filosofia di vita. La maggioranza dei druidi, però, è in un modo o nell'altro pagana. Nel pronunciare questa affermazione, tuttavia, è necessario esplicare il paganesimo come viene generalmente
inteso all'interno di questa tradizione.
Il concetto secondo cui è pagano chiunque non aderisca a una delle tre religioni monoteiste mediorientali, cristianesimo, ebraismo e islamismo, è ormai caduto in disuso, anche se si ritrova
ancora in molti dizionari. L'idea che un pagano sia un abitante delle campagne (anziché delle città) ci si avvicina di più, ma è ancora un po' ristretta e fuorviante. La definizione più precisa è
che un pagano, è chi riverisce gli spiriti e le divinità del suo ambiente locale: della terra sotto i suoi piedi, della sua fonte o sorgente di acqua dei boschi e dei fiumi, dei campi e degli edifici, del sole e della luna e della pioggia, e altro ancora; di tutto ciò çhe costituisce il mondo esistente attorno a lui. La maggioranza dei druidi, quali che siano i loro dèi, riconosceranno che questo è un aspetto fondamentale della loro pratica. Se alcuni adoreranno lo spirito di una sorgente, per esempio, come divinità, come uno fra tanti dèi, e altri intenderanno lo spirito come aspetto di un dio o di una forza creativa superiore, ogni dmida praticante si premurerà di presentare offerte e recitare preghiere di ringraziamento ogni volta che visita quel luogo sacro.

UNA SPIRITULITA' DEGLI ANTENATI E DELLA TERRA

È anche possibile definire il druidismo una spiritualità degli antenati e della terra. Anche se accettiamo idee secondo cui il druidismo fu portato in Gran Bretagna dagli antichi egizi che avevano ricevuto le loro conoscenze da profughi di Atlantide, cosa che a molti sembrerà piuttosto un'ardita fantasticheria, l'essenza della fede è ancora il fatto di onorare la terra fertile e i padri/madri apportatori di vita e saggezza. Le più accreditate origini di questa fede ci riportano alle culture primitive dell'Europa neolitica e all`impulso motivante che sta dietro qualunque religione: la necessità di capire il mondo che ci circonda nella nostra ricerca di sopravvivenza, insieme con qualche modo per assicurarci il futuro mediante la fertilità della terra e della tribù. In ciò il druidismo si collega alle altre tradizioni degli antenati e della terra di tutto il mondo, come quelle degli indiani nordamericani, dei maori e degli huna, degli aborigeni, degli zingari, e le spiritualità indigene dell'Africa e dell'Asia. La scienza ci avrà fornito risposte a molti degli interrogativi e delle crisi dei nostri antenati, ma rendere omaggio ai misteri e alle manifestazioni della vita è ancora un atto profondamente sacro e gratificante e rimane nel profondo del cuore del druidismo moderno.

SCARPE BUONE E UNA BUSSOLA

Intendere il druidismo in questo modo chiarisce come il venerare gli antenati e il venerare la terra costituiscano i due punti fondamentali di questa tradizione. Gli antenati cominciano con i nostri genitori e proseguono all'indietro quanto più lontano possiamo immaginare. Molti di noi sanno poco o niente dei propri antenati, la nostra genealogia si fa nebulosa al di là dei nostri nonni e scompare nel fango con il volgere del secolo scorso, ma per il druida questa non è una limitazione. Gli antenati esistono come popolo in spirito e includono non soltanto la nostra genealogia ma anche quella di coloro che sono vissuti e morti sulla terra sotto di noi, indipendentemente dal tempo lungo o breve in cui anche noi (o la nostra genealogia) siamo vissuti qui. Vengono onorati anche i nostri antenati spirituali, vale a dire tutti coloro che hanno praticato questa tradizione spirituale, i nostri maestri e le nostre guide, sia vivi che morti. Inoltre vi sono dmidi il cui sangue non è di queste terre, i cui antenati adoravano dèi diversi in terre diverse e in climi diversi, e si intende che ciò debba influenzare la pratica di tali druidi. Si venerano anche gli dei dei nostri antenati, perché anch'essi fanno parte di ciò che ci ha resi quelli che siamo. Poiché nel druidismo vi è una generale accettazione della trasmigrazione delle anime, senza limitazione a una sola genealogia o se è per questo a una sola specie, l'atto di presentare offerte agli antenati viene compiuto con una convinzione consapevole che così facendo il druida offre un dono e rende omaggio agli spiriti dei suoi discendenti, attraverso il suo sangue, la terra e la tradizione.
La pratica della fede è anche influenzata dall'ambiente circostante, in quanto i druidi rispondono alla terra che li circonda, ascoltandone i bisogni e i canti e i racconti degli spiriti in essa racchiusi. Pertanto un druida nato e cresciuto nelle brughiere del Lancashire avrà una pratica diversa da uno nato al caldo della Florida e ora residente nel Kent o, se è per questo, da un druida del Galles settentrionale che ora viva in Giappone.
Il modo in cui i druidi considerano sacra la terra varia a seconda del loro concetto di divinità. Per la maggior parte i druidi sono animisti, intendendo che tutti gli Aspetti, della natura vibrano di spirito, eppure se molti druidi ammettono alcuni spiriti sono divini o si incarnano in una divinità, come gli spiriti dei fiumi, della luna, di una foresta e così via, altri li intendono semplicemente come espressione creativa o aspetto di un dio o una dea superiori. Tutti i druidi venerano la terra, anche se per molti l'operare si limita alla loro pratica spirituale e alla loro località, mentre altri sono coinvolti in un ambientalismo planetario. Due effetti, che in sé sono una parte importante della definizione di druidismo, emergono dalla pratica di venerare gli antenati e la terra. Il druida accetterà senza riserve l'esperienza individuale di un'altra persona, il suo modo di vedere, i suoi dei e la sua pratica spirituale (purché tutto ciò non disonori la terra o gli antenati): tolleranza perfetta. E il druida entra in relazione con ogni creatura, di pietra, legno o foglie, con pinne o piume, con le ali o a quattro zampe, che striscia o cammina, con pelo, pelliccia o pelle liscia, altrettanto quanto con gli esseri umani, principalmente in quanto spirito e pertanto con uguale diritto alla vita, al rispetto e alla dignità: uguaglianza perfetta. Intendendo questi elementi, la terra e gli antenati, come due
fondamenti poderosi del druidismo moderno, forse possiamo fermarci un attimo. Pensiamoci sopra. Quanto onoriamo i nostri genitori? Che cosa sappiamo dei nostri antenati e degli antenati della terra sotto i nostri piedi? In che modo li veneriamo o potremmo venerarli, riconoscendone lo spirito, l'esperienza, i doni? E che dire dei maestri che ci hanno fatto da guida, con lezioni difficili, oltre a quelle in cui riuscivamo meglio? E che dire del nostro atteggiamento verso la terra? Pensiamo a cosa abbiamo ricevuto dalla terra e in quale modo abbiamo formulato ringraziamenti per questo, in che modo abbiamo contraccambiato consapevolmente, donando a nostra volta. Allora infiliamoci questi principi fondamentali, come se fossero robusti scarponi, e leghiamo bene i lacci. Nel viaggio all'interno di questa tradizione ci forniranno una base sicura. E guardando la strada davanti a noi, prendiamo come bussola i fondamenti della tolleranza e dell'uguaglianza. Ci riproietteranno sulla
retta via, se il dubbio dovesse annebbiarci il cammino.

IL VIAGGIO

Il mio primo suggerimento era di smettere di leggere, uscire e percorrere a piedi il territorio, lasciandosi alle spalle il mondo civilizzato per scoprire il mondo della natura dove le vibrazioni dell'umanità non sono onnipresenti, spazi selvaggi dove, non più distratti dalla minaccia del giudizio degli altri o dalle nostre inibizioni e dalle cose che riteniamo di dover fare, possiamo
sentire meglio noi stessi, sotto le maschere e i ruoli che recitiamo, spazi in cui noi siamo abbastanza forti da riflettere su come i possiamo cambiare e fluire.
Nel vostro spazio aperto avete presentato un'offerta di voi stessi, sia alla terra come ringraziamento, sia a quei druidi che sono gli antenati e i guardiani della tradizione, esprimendo il vostro desiderio e impegno a scoprirne di più. Tali offerte mescolano la nostra celebrazione di chi siamo e di ciò che abbiamo ricevuto con la nostra disponibilità a sacrificare qualcosa di noi, una parte della nostra forza e abbondanza. e ci aiutano a vedere più chiaramente sia ciò che abbiamo, sia come abbiamo intenzione di cambiare.
È nelle braccia della natura, nei colori del tramonto, nella danza delle libellule, nei pensieri che scorrono attraverso di noi quando osserviamo l'orizzonte attraverso l'erba, sentendo la terra sotto il nostro corpo, ascoltando ben desti, che rifulge lo spirito del druidismo. La terra stessa, con le marce e i cicli della natura, è la sacra scrittura di questa tradizione e la fonte del nostro modo di intenderla. Queste parole non sono che una mappa grossolana e una guida sul campo, con suggerimenti e idee su ciò che si potrebbe vedere lungo il cammino. Non vi è necessità di sforzarsi di credere ad alcunché, né di amare e seguire ciecamente. Il druidismo è un viaggio spirituale dell'anima individuale, un viaggio che onora ogni visione ed espressione inconfondibile. Ispira idee che vengono intese semplicemente come idee, finché l'esperienza non le trasforma in conoscenze.

CHI POSSIAMO INCONTRARE LUNGO IL CAMMINO?

Ogni cammino nel druidismo condurrà in qualche fase il viaggiatore all'incontro con altri druidi e indagatori. Percorrere il cammino da soli è spesso una fase necessaria del viaggio, ma unirsi ad altri può essere tanto gratificante quanto istruttivo. Se coloro che il viaggiatore può incontrare possono provenire da ogni parte della gamma dell'espressione druidica, possono anche operare a livelli diversissimi entro tale tradizione. La spiritualità mistica che è il nocciolo del druidismo è un luogo di profonda dedizione personale che ispira il druida a incentrare l'intera sua vita su questa fede. Attorno a tale nocciolo vi è la più vasta comunità del druidismo, dove l'intensità e la disciplina
non sono tanto esigenti. Questo corpo esterno è emerso negli ultimi dieci anni con l'enorme crescita di interesse per il druidismo e la maggiore accessibilità offerta da cerimonie pubbliche e aperte a tutti. Ciò ha consentito di coinvolgere molti che non sarebbero stati pronti o interessati al viaggio mistico, preferendo lasciarlo a una casta sacerdotale, ma che vogliono imparare qualcosa di più, riunirsi assieme per celebrare le feste e i riti e sforzarsi di vivere secondo i principi druidici. Alcuni dei druidi che potremo incontrare lungo il cammino, però, non fanno parte del nuovo e crescente corpo del druidismo moderno. Sono guide e maestri che raggiungiamo attraverso i sottili sensi della nostra mente. Esistono nei mondi interiori, al di là della nebbia. L'offerta che avete fatto all°inizio del viaggio, se compiuta con sincerità, avrà ispirato un tale maestro a interessarsi di voi e del vostro cammino di scoperta, a qualunque livello di curiosità e impegno scegliate di viaggiare. Se siete disposti a essere aperti, di cuore e di mente, ad ascoltare e a udire, a vedere un mondo diverso attraverso un punto di vista druidico, questa guida rimarrà con voi. Potrete avere consapevolezza, già adesso oppure in un tempo a venire.
Chiunque incontriate, vale la pena ricordare che ogni individuo, in corpo o in spirito, non rappresenta alcuna altra parte della tradizione o della comunità al di fuori di se stesso.

DOVE CONDUCE IL CAMMINO?

Il druidismo è un viaggio sacro alla scoperta della bellezza e della santità di tutta la vita, sia fisica sia spirituale. Eppure non basta al dmida sapere che tutto il creato è sacro: il cammino conduce oltre tale punto fino a un luogo in cui si può raggiungere quella realtà divina. Il viaggio del druida è sentire il tocco degli dei, in qualunque modo li percepisca, raggiungendo (in quanto corpo e spirito) lo spirito che dà vita al mondo. Uno dei fondamenti di questa tradizione è l'awen, È un antico termine gallese che può essere tradotto «spirito che fluisce» e sta a indicare il fluire dell'ispirazione divina che procede da quel punto di contatto delizioso, travasandosi dalla divinità al druida. Con l'ispirazione arriva l'energia, la potenza necessaria al druida per consentire a tale ispirazione sacra di riversarsi attraverso di lui nella creatività. Il compito infinito del druida è perfezionare questo processo. La natura della creatività ispirata da questa felice connessione con il divino può assumere varie forme, a seconda delle capacità dell'individuo, delle sue necessità o di quelle della persona
o delle persone per cui sta operando. La poesia e la musica, la narrazione di storie e miti magici sono le opere più comunemente associate all'espressione creativa che emerge dal druidismo. Il fornire ispirazione agli altri si esplica in arte, guarigione,insegnamento, divinazione, giardinaggio, politica e in effetti in ogni aspetto della vita moderna in cui vi sia la potenzialità di liberare la vera e piena creatività dell'anima.